Compie oggi 56 anni Guillermo del Toro. È uno dei tre registi messicani più importanti di sempre insieme ad Inarritu e Cuaròn con cui è noto come “I tre amigos del cinema”. Ha conquistato il pubblico per i suoi film a metà tra fiaba e horror segnati da effetti speciali molto belli e concreti. Ha avuto la sua definitiva consacrazione con il suo ultimo film “La forma dell’acqua”.
Il cinema di Guillermo del Toro
Caratterizzato dall’amore per fiabe e horror il cinema di Guillermo del Toro avrà una svolta nei primi anni del 2000 grazie alla cosiddetta duologia spagnola. Grazie alla natura altamente poetica e visionaria dei film “La spina del diavolo” e “Il labirinto del fauno” il regista messicano si fa conoscere in tutto il mondo come punta della scuola messicana portata alla gloria anche dai colleghi e amici Innaritu e Cuaròn. I tra ovviamente si sono influenzati a vicenda pur rimanendo in un loro stile originale.
Del Toro infatti è rimasto attaccato al suo amore fantascientifico e horrorifico Basti già pensare ai primi film che lanciarono il regista messicano sul grande schermo come “Cronos” e “Mimic”. “Io ho una sorta di feticismo per gli insetti, i meccanismi ad orologeria, i mostri e i luoghi oscuri”. È quanto ha dichiarato infatti in un’intervista lo stesso Del Toro. Elementi cupi che torneranno anche nell’atteso film d’animazione“Le avventure di Pinocchio” in arrivo su Netflix nel 2021.
Una poetica visionaria
Nella poetica visionaria di Guillermo del Toro quello del mostro è un elemento costante che si trova nei suoi film. Accanto a questo notevoli sono le suggestioni del regista messicano per gli insetti, l’immaginario religioso, legato in particolare al cattolicesimo, alla celebrazione dell’imperferzione, In particolare ciò che interessa di più il regista messicano è il sottosuolo, la vita e tutti i meccanismi che la compongono.
Per esprimere al meglio la sua visionarità Del Toro fa inoltre un notevole lavoro sul colore operando sempre su molti tagli di luce della sua tonalità prefetita che è l‘ambra. Infine il regista messicano fa largo uso di effetti speciali non solo digitali ma anche meccanici e visivi ricorrendo spesso ad un particolare trucco prostetico per gli attori. Strumenti che sono importanti per chi predilige scene horror splatter al limite del macabro e del violento.