Guy de Maupassant, scrittore, giornalista, poeta e saggista francese è ricordato come uno dei fondatori del racconto moderno. I suoi racconti come i suoi romanzi sono un’aperta denuncia alla società borghese, alla sua stupidità, alla sua cupidigia e alla sua crudeltà. Gli uomini sono spesso descritti come vere e proprie bestie e l’amore si riduce per loro ad una funzione puramente fisica. Oggi è l’anniversario della sua nascita e noi dedichiamo un focus ad una parte delle sue opere: le novelle.
La vita di Maupassant è fonte di ispirazione per i suoi racconti: l’infanzia difficile, la sua educazione religiosa e rigida, l’esperienza della guerra e il contatto con la società benestante degli ambienti letterari si ritrovano in ogni opera. É anche e soprattutto noto ed apprezzato come autore di storie brevi, che spaziano dal genere satirico a quello naturalistico, dal drammatico al delittuoso all’horror, ma senza arrestarsi neppure di fronte ai temi più difficili e scabrosi per l’epoca quali il suicidio, l’omosessualità, l’adulterio, la prostituzione e l’ateismo.
Guy de Maupassant, 300 racconti per una impietosa fotografia della miseria del genere umano
Le sue novelle si contraddistinguono per uno stile breve e sintetico e per il modo ingegnoso in cui le singole tematiche vengono sviluppate. Alcuni suoi racconti rientrano inoltre nel genere horror. Maupassant eccelle nella stesura di racconti brevi e ne vedrà pubblicati più di 300. Lo scrittore riesce nei racconti a combinare semplicità di scrittura e stile pulito e preciso.
Questi racconti brevi ci fanno capire l’evoluzione dell’angoscia che ha portato lo scrittore verso la follia. Le scene realistiche generalmente ambientate nella campagna normanna, lasciano spazio a racconti sarcastici, in cui il narratore sonda la viltà del cuore umano. Lo scrittore francese scrisse più di 300 tra racconti e novelle brevi, nella maggioranza dei casi tutti nel corso degli anni ’80 del secolo; tranne pochissime eccezioni questi, prima d’esser pubblicati in volume vennero stampati singolarmente su giornali quotidiani d’importante tiratura dell’epoca, quali Le Gaulois, Gil Blas e Le Figaro.
Esistenza tormentata, negli ultimi anni di vita scrive in una lettera “Ho talmente tante ferite in testa che le mie idee non possono muoversi senza che mi venga voglia di urlare”. Lavorare gli diventa presto impossibile. Segue un pellegrinaggio tra Africa e Francia alla ricerca di un po’ di sollievo. Lo stato fisico e mentale non fa che peggiorare, perde la memoria, la vista. Tenta i suicidio tre volte e ricoverato in una clinica muore un anno e mezzo dopo, il 6 luglio 1893, all’età di quarantatré anni.
Vediamo insieme alcuni dei suoi racconti più significativi.
Sei racconti
La mano dello scorticato è un racconto breve che Maupassant scrive nel 1875. In questo racconto noir c’è tutta l’attrazione per il meraviglioso e il bizzarro, l’esplorazione dell’ignoto, del soprannaturale che affascinava Maupassant. Centrale è l’inadeguatezza dei sensi umani a percepire l’invisibile.
Storia di una ragazza di campagna (Histoire d’une fille de ferme) è un racconto appartenente alla raccolta La casa Tellier pubblicato per la prima volta nel 1881. Storia di famiglia ambientata nella campagna normanna, narra gli episodi della miserevole esistenza d’una contadina maltrattata e abusata dal padrone, che la costringe al matrimonio. Il matrimonio attraversa una grave crisi perché il marito la crede sterile, quando in realtà la giovane ha allevato in segreto un figlio nato fuori dal matrimonio.
La moglie di Paul è invece un racconto pubblicato per la prima volta sempre nella raccolta intitolata La casa Tellier del 1881. La storia racconta della scoperta, da parte di un giovane, del lesbismo della ragazza amata. Un racconto di omosessualità e suicidio ambientato tra Parigi e la Senna. Una ragazza preferisce la compagnia delle amiche lesbiche a quella del legittimo fidanzato il quale, travolto dalla disperazione, si uccide.
Una vedova (Une veuve), pubblicato per la prima volta il 1º settembre 1882 sul quotidiano Le Gaulois. Il racconto narra la tragica infatuazione di un bambino appena dodicenne per la propria cugina ventenne. Storia di amore incestuoso e suicidio ambientata a Banneville, narrata attraverso flashback.
La signorina Fifì (Mademoiselle Fifi) pubblicato per la prima volta il 23 marzo 1882 nel supplemento letterario del quotidiano Gil Blas. L’autore riprende i temi a lui cari della guerra associati a quelli della prostituzione, con l’aggiunta del motivo prettamente romantico della prostituta redenta a seguito delle buone azioni da ella compiute. Il racconto scava anche nell’intimo della dissolutezza umana, acquisendo a volte punte macabre e sollevando infine questioni relative alla morte, al superamento delle barriere di classe e all’inutilità della guerra. L’eroina si chiama Rachel come la prostituta che in Bel Ami non fa pagare George per i propri servizi.
L’Horla è il titolo di due racconti fantastici dell’orrore scritti da Guy de Maupassant e pubblicati tra il 1886 e il 1887. La prima versione, meno conosciuta, era uscita sul quotidiano Gil Blas, la seconda fa parte di un’antologia con lo stesso titolo. Il racconto è redatto nella forma di un diario interrotto che lascia presumere che chi scrive sia finito per impazzire.
Ilaria Festa
Seguici su:
Instagram
Facebook
Metropolitan