Israele accusa Hamas di avere infiltrati nell’UNRWA, agenzia umanitaria che sostiene i civili a Gaza. Le accuse sono confuse, le prove ancor più confuse, ma le nostre testate non si prendono la briga di analizzare per bene la faccenda.
Il New York Times e il Wall Street Journal hanno visionato il report del governo di Netanyahu. Hanno riportato alcuni dettagli dei lavoratori dell’UNRWA, l’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi: ci sarebbe “Hamas” dietro l’agenzia umanitaria.
Anzitutto, cerchiamo di capire l’origine di questa inchiesta. La fonte dell’accusa contro l’UNRWA è una fonte fornita dallo stesso Israele (con il benestare degli Stati Uniti) e già questo basterebbe a metterla un briciolo in dubbio. O quantomeno cercare di accertarla prima di diffonderla! Sono molto indignata dai titoli di giornale che “dimenticano” di diffondere questo “dettaglio”… Considerato che l’ONU (di cui L’URWA è parte) ha accettato la dichiarazione formale del Sudafrica che imputa ufficialmente Israele di Genocidio.
Gallant l’ha sparata davvero grossa, e il giornalismo nostrano non è da meno.
La frase shock di Gallant, ministro della difesa di Israele, si commenta da sola:
L’UNRWA è Hamas con restyling
Fonte ANSA. Inoltre il ministro Israeliano si sarebbe permesso di dire che l’ONU stessa ha “perso la sua legittimità di esistere nella sua forma attuale“: cioè, la maggiore organizzazione internazionale al mondo, dalla vocazione universale, con cui Israele ha spesso collaborato (es. l’UNICEF e l’UNHCR, ma che agenzie per l’Istruzione, Tecnologia e Sicurezza) ora è in errore ed è anche alleata di Hamas? Insomma, sembra l’ONU stia cercando di porre fine al genocidio sulla striscia di Gaza e il governo di Israele non l’ha presa proprio benissimo. Ed ecco come sta reagendo.
La verità è che la questione di “Hamas nell’UNRWA” per ora riguarda solo accuse formali (e fatte da Israele):
Ricapitoliamo:
- l’ONU accetta l’accusa di genocidio del Sudafrica verso Israele, intimando la Nazione a cessare di “radere al suolo Gaza” letteralmente. Ricordiamo che sono anche le parole dell’ambasciatore di Israele in Italia
- Israele diffonde un dossier (prodotto dallo stesso Israele) che accusa l’ONU di avere collegamenti con Hamas
- Israele, non contento (forse sospettando che il dossier non basti) solleva enormi polemiche sulla legittimità stessa dell’ONU come organizzazione
Ma non è questo che viene diffuso al momento dall’informazione nostrana. Purtroppo queste notizie sono descritte in modo un po’ “forzato” da molti dei nostri media e ci sarebbe da chiedersi perchè. Perché le testate giornalistiche trasformano le accuse (che sono uno strumento lecito per il funzionamento della giustizia internazionale) direttamente in sentenze nei titoli dei loro titoli? Con questo modo di fare giornalismo stiamo davvero lasciando ai lettori la capacità di essere critici rispetto alla notizia? Un dettaglio interessante lo fornisce la CNN. Non è ancora stato analizzato il documento delle accuse. Quindi non si possono accertare le affermazioni di Israele. Ancora si tratta di accuse incerte sui singoli membri dello staff o sulle dinamiche dell’agenzia con Hamas e altri gruppi che operano a Gaza. La sintesi non fornisce elementi di prova a sostegno delle sue affermazioni. Ma questa delicatezza deontologica, che ha espresso la CNN nel suo articolo, ovviamente non è avvenuta in Italia.
Secondo le accuse – le cui prime notizie sono state rese note lo stesso giorno in cui la Corte internazionale di giustizia ha emesso la sentenza provvisoria sulle accuse di genocidio mosse contro Israele dal Sud Africa – c’è di tutto. Gli impiegati UNRWA sarebbero coinvolti in rapimenti, trasporto di armi, eccetera. Ma c’è un solo dettaglio che rende tutto tragicomico. La Associated Press (colei che per prima ha ottenuto il documento) precisa di non essere riuscita a verificare in modo indipendente i nomi e le foto dei lavoratori accusati. Si tratterebbe di 12 dipendenti e comunque l’UNRWA ha dichiarato di aver immediatamente chiuso i contratti con gli incriminati. Dopodichè ha ovviamente aperto un’indagine contro di loro per verificare le dichiarazioni israeliane.
Perché non ci insospettisce che le accuse siano molto fragili e siano formulate proprio da Israele?
Il documento è molto vago nelle prove al riguardo: si parla di intercettazioni che, però, non sono ancora state verificate. Ovviamente e giustamente, i 12 dipendenti sono stati licenziati. Tuttavia non è stato possibile verificare immediatamente i nomi e le foto dei lavoratori accusati (all’inizio). Comunque due dei 12 sono stati uccisi, secondo il documento. L’ONU in precedenza aveva detto che uno era dei 12 ancora in fase di identificazione. Comunque non dovrebbe essere difficile, siccome l’UNRWA ha affermato che condivide l’elenco di tutto il suo personale con i paesi ospitanti ogni anno, incluso Israele (fonte: Alistair Bunkall | Sky News)
L’UNRWA è stata a lungo bersaglio delle critiche israeliane. Lo dice anche il Guardian. Israele ha ovviamente risposto a queste dichiarazioni con l’accusa all’agenzia di incitamento anti-israeliano. Accusa che l’UNRWA nega. Nel 2017 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha cercato di smantellare l’organismo delle Nazioni Unite con accuse molto simile a queste ultime. Tuttavia l’idea di eliminare l’UNRWA senza affrontare le questioni di fondo del conflitto è irrealistica. Soprattutto, è un modo per gli israeliani di schivare la responsabilità per l’occupazione in corso, lo sfollamento e la violenza contro i palestinesi.
Oltretutto, di tutte le nazioni al mondo, parliamo di documenti dell’intelligence israeliana. Questi documenti, sempre secondo Israele, sono la prova che il personale che lavora per un’agenzia delle Nazioni Unite era collegato con Hamas a Gaza. Non credo sia affatto un segreto, inoltre, che le accuse arrivano dopo anni di tensioni tra Israele e l’ UNRWA per il suo lavoro a Gaza. Lì essa impiega circa 13.000 persone per impedire l’opera di colonizzazione di Gaza da parte del governo di Israele. Forse è presto per trarre conclusioni, siccome per ora sono in campo le sole accuse all’Agenzia ONU e le accuse hanno origine in indagini condotte proprio da Israele. Però comunque, gran parte dei toni delle maggiori testate non riesce (o non vuole) affrontare la questione nella sua interezza. Perchè?
… Perchè nessun giornale italiano (tranne forse il Fatto quotidiano) lo sta raccontando così? Andiamo con ordine.
Cos’è un’agenzia ONU:
L’UNRWA non è l’ONU anzitutto, ma una sua agenzia. Il che è ben differente. Cerchiamo di capire cosa significa in breve.
Un’agenzia è un’unità operativa specializzata all’interno di un’organizzazione internazionale, incaricata di svolgere compiti specifici per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’organizzazione madre. L’UNRWA opera sotto l’egida delle Nazioni Unite per affrontare specifiche questioni globali o regionali. Le agenzie sono quindi unità “interne” all’organizzazione. Operano per la stessa e sono istituite per lo svolgimento funzioni specializzate. L’UNRWA nello specifico opera nel campo dello sviluppo, dell’assistenza umanitaria; ma esse possono anche operare nell’ambito dell’ambiente, dei diritti umani, della salute, dell’istruzione e di altre aree di interesse comune per la comunità internazionale.
In generale, all’interno delle organizzazioni internazionali, un’agenzia è l’unità operativa incaricata di svolgere compiti specifici per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’organizzazione stessa. Per questo le agenzie possono avere autonomia decisionale, tuttavia limitata rispetto all’organizzazione madre. Le agenzie lavorano in stretta collaborazione con essa per perseguire gli obiettivi concordati.
Nell’ambito delle Nazioni Unite, le agenzie specializzate hanno effettivamente discreta autonomia internazionale: sono create in base a trattati internazionali e perseguono i loro obiettivi. Appunto, sono autonome ma nell’ambito della carta delle Nazioni Unite. Quindi non sono “totalmente libere”: esse operano sotto la supervisione dell’Assemblea generale e del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). Per agire devono avere mandati variabili a seconda delle loro aree di competenza. (fonte: United Nations System Chief Executives Board for Coordination (CEB) Secretariat. “The United Nations System: Overview.” Accessed January 31, 2024. https://www.unsceb.org/about.)
Cos’è l’UNRWA:
L’UNRWA è quindi un’agenzia ONU e non un’organizzazione internazionale a sé. Viene regolata dalle Nazioni Unite ed è stata istituita nel 1949 proprio dalle stesse. L’agenzia nasce come risposta alla necessità di fornire assistenza umanitaria e servizi di base ai rifugiati palestinesi che sono stati costretti a lasciare le loro case durante il conflitto arabo-israeliano del 1948. Il conflitto arabo-israeliano del 1948 è stato (in brevissimo) un conflitto armato tra i paesi arabi circostanti e la neonata nazione di Israele, scoppiato immediatamente dopo la dichiarazione di indipendenza di Israele il 14 maggio 1948.
Il conflitto fu caratterizzato da combattimenti su vasta scala, esodo di popolazione e cambiamenti territoriali significativi nella regione. Alla fine del conflitto, Israele aveva ottenuto il controllo di un territorio più ampio rispetto a quello assegnato dal Piano di Partizione delle Nazioni Unite del 1947, e dall’altra parte i territori designati per uno stato palestinese non sono stati realizzati tutt’ora, portando a una situazione di conflitto in sospeso che continua ad influenzare la regione fino ad oggi.(1)1
L’UNRWA è quindi la “risposta” che le Nazioni Unite hanno ideato per cercare di limitare i danni della faccenda. Si tratta (è superfluo dirlo) ovviamente di un organo assolutamente legale: l’agenzia è stata creata attraverso la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 302 del 8 dicembre 1949. Ufficialmente gli obiettivi dell’UNRWA, come definito nella sua carta costitutiva e nelle successive risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, includono:
- Fornire assistenza umanitaria ai rifugiati palestinesi, inclusi servizi di base come cibo, alloggio di emergenza, assistenza sanitaria e istruzione.
- Promuovere lo sviluppo sociale ed economico dei rifugiati palestinesi attraverso programmi educativi, di formazione professionale e di sostegno sociale.
- Contribuire al mantenimento della stabilità e della sicurezza nella regione, mitigando i rischi derivanti dalle condizioni socio-economiche precarie dei rifugiati palestinesi.
L’UNRWA aiuta i civili in Palestina da molto prima del 7 Ottobre:
L’UNRWA è stata cruciale negli aiuti umanitari a Gaza per generazioni, anche prima dello scoppio del conflitto: costruisce scuole e fornisce cibo e cure alla popolazione palestinese. Questo è un dato di fatto che va avanti da generazioni. A dicembre, i diplomatici israeliani si sono scagliati quando il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha invocato uno strumento diplomatico raramente utilizzato per portare il conflitto davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. In una lettera ai 15 membri del consiglio, Guterres ha esortato l’organismo a “fare pressione per evitare una catastrofe umanitaria” e a unirsi in un appello per un cessate il fuoco umanitario completo.
E ora, proprio ora che Israele inizia a subire pesanti ripercussioni in sede ONU, sembra un fortunatissimo caso che (proprio ora) emerga un documento che provi il coinvolgimento di un’agenzia ONU con Hamas (proprio quell’Hamas che Israele usa come “panacea” per tutti i suoi crimini internazionali). Infine, ciliegina sulla torta: il report che accusa l’UNRWA di avere collegamenti con Hamas è stato organizzato… Proprio da Israele. Se non sono casi fortuiti questi.
- FONTI SUL CONFLITTO ARABO-ISRAELIANO:
Morris, B. (2008). “1948: A History of the First Arab-Israeli War.” Yale University Press.
Rogan, E., & Shlaim, A. (2001). “The War for Palestine: Rewriting the History of 1948.” Cambridge University Press.
Pappe, I. (2006). “The Ethnic Cleansing of Palestine.” Oneworld Publications. ↩︎
Personalmente credo sia presto per qualsiasi conclusione e non escludo che le accuse di Israele possano essere fondate, ma inoltre penso che con questa stessa cautela avrebbero dovuto muoversi anche le grandi testate, le quali invece hanno preferito titoli diversi e forse un po’ poco onesti.
Perchè nessun giornalista tratta la questione di Hamas nell’UNRWA in modo deontologicamente corretto?
Come si può notare, osservando i dati sopracitati, provo un certo scetticismo al riguardo (scetticismo che molti giornali non sono stati in grado di osservare, producendo anche titoli che hanno un allarmismo che fa impallidire la nostra deontologia). Non sono molto convinta che l’UNRWA sia “Hamas con restyling” solo perché l’ONU ha usato una sua agenzia per invocare il rispetto del diritto umanitario. Non sono molto convinta nemmeno che un report prodotto dalla nazione accusata possa essere uno strumento molto obiettivo per scagionarla. Tutto sembra abbastanza assurdo. Ma se invece fosse tutto esatto, questo cambierebbe la posizione di Israele nei confronti del genocidio in atto sulla striscia di Gaza? Questo piacerebbe molto a Netanyahu, che non vede l’ora di togliersi di dosso la pressione internazionale crescente per i suoi crimini di guerra… Ma non è così.
Sembra che queste contro-accuse (che ricalcano ancora una volta lo “spauracchio” di Hamas, ormai unica argomentazione di Israele nella sua occupazione sulla striscia di Gaza) arrivino proprio al momento “giusto”. Ora infatti Israele fa pressione per poter smantellare la maggiore organizzazione umanitaria che si occupa di limitare i danni dei massacri di palestinesi a Gaza.
Queste sono le parole di un alto funzionario del governo israeliano al Wall Street Journal:
«Il problema dell’Unrwa non sono solo le “poche mele marce” coinvolte nel massacro del 7 ottobre. L’istituzione nel suo insieme è un rifugio per l’ideologia radicale di Hamas»,
Anche France24 sostiene che il documento fornito da Israele è un po’ “incompleto“: afferma che le informazioni raccolte hanno mostrato che almeno 190 lavoratori dell’UNRWA erano operativi di Hamas o della Jihad islamica, senza fornire prove.
Nonostante la catastrofe umanitaria che vediamo nel territorio assediato – dove la guerra di Israele contro Hamas ha sfollato la stragrande maggioranza della popolazione e i funzionari dicono che un quarto dei palestinesi muore di fame – i principali donatori, tra cui gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, hanno tagliato i finanziamenti. Lunedì, il Giappone e l’Austria si sono uniti a loro nel sospendere l’assistenza. Con la maggior parte del suo budget in dubbio, l’UNRWA afferma che dovrà interrompere le operazioni entro poche settimane se i finanziamenti non verranno ripristinati.
A prescindere da Hamas e l’UNRWA, a prescindere da tutto:
È comune che le organizzazioni nelle zone di conflitto affrontino sfide come crimini e corruzione, come si è visto con i problemi nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, compresi i casi di abusi sessuali. Ritirare il sostegno finanziario all’UNRWA a causa dei (ad ora presunti) crimini commessi da alcuni membri del personale senza offrire un’alternativa è un approccio miope. Quando l’UNRWA riduce i suoi servizi nei campi profughi impoveriti in Libano, Giordania, Siria, Cisgiordania e Gaza, sorge la domanda: chi interverrà per colmare il divario? È probabile che i gruppi che prenderanno il sopravvento non saranno allineati con gli interessi degli Stati Uniti o dell’Europa. Anche parte del’esercito israeliano ha riconosciuto che tagliare i fondi per i servizi essenziali ai rifugiati potrebbe significare problemi per Israele.
A prescindere da Hamas, dall’UNRWA e da tutto: dovremmo rigettare qualsiasi strategia e proposta che faccia continuare il conflitto. A prescindere da quanto siano sospette le accuse di Israele o da quanto possa risultarci plausibile questo coinvolgimento, bisogna terminare gli attacchi. Non è più un conflitto, ma un genocidio. Bisogna che cessi, perchè l’augurio macabro dell’ex ambasciatore Israeliano Dror Eydar in Italia sta diventando realtà. Si sta leggermente procedendo ad “eliminare Gaza” e le vittime civili nel territorio palestinese (a prescindere da tutto) sono tragicamente reali. Forse non ci rendiamo conto che “eliminare Gaza” avrà conseguenze gravissime. Ci saranno sfollati e rifugiati che, citando mio malgrado persino Riklin, qualcuno dovrà accogliere.
Come scrive sul Guardian il giornalista Etan Nechin:
L’UNRWA ha aiutato la zona per decenni diventando una sorgente di aiuti umanitari. Ma se la fonte è contaminata da conflitti e violenze, ciò che scorrerà da lì alla fine si ripercuoterà sulla società. È impraticabile sperare in un’organizzazione ideale per i diritti umani in condizioni in cui i diritti umani sono sistematicamente ignorati. E’ necessaria una soluzione duratura, in particolare la creazione di uno Stato palestinese sovrano con una propria infrastruttura. Questo è l’unico modo per garantire la sicurezza degli israeliani e il benessere dei palestinesi.
A prescindere da tutto.
Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine