“Ho creduto in un uomo che una volta era un gigante, ma adesso, somiglia molto di più ai nani di cui si circonda. Quelli che ogni minuto gli danno ragione. L’unica cosa a cui tiene. […] Tu sei solo una vittima. Di te stesso, del tuo orgoglio e di una arroganza smisurata.” L’uomo più discusso della politica italiana, claudicante si muove tra le stanze del castello del suo esilio volontario. Craxi era un “maleducato, manigoldo, malfattore, malvivente e maligno”, o un uomo dalla statura fisica e politica imponente “circondato da nani”, bersaglio di una “congiura contro la sua persona” più che contro un sistema di cui “tutti facevano parte”? Tra verità e finzione, Gianni Amelio racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi in “Hammamet“, pellicola del 2020. Il leader socialista, interpretato da un magistrale Pierfrancesco Favino, sempre convincente e mimetico, anche nell’accento milanese, restituisce l’ambigua figura del politico, protagonista di un pezzo di Storia d’Italia.
Il film, pluricandidato, vince un David di Donatello per il miglior trucco e assicura a Pierfrancesco Favino numerosi riconoscimenti tra cui Miglior attore protagonista ai Nastri d’argento, un Globo d’oro e il premio Miglior interpretazione maschile a Flaiano 2020. Ai Nastri d’argento a “Hammamet” va anche il premio Miglior produttore ad Agostino Saccà, Giuseppe Saccà, Maria Grazia Saccà per Rai Cinema e Vision Distribution (insieme a “Favolacce” dei Fratelli D’Innocenzo).
“Mia figlia vuole aggiungere anni alla mia vita io voglio aggiungere la vita ai miei anni.”
Il Presidente in “Hammamet”, interpretato da Pierfrancesco Favino
“Hammamet”, la trama
Hammamet, Tunisia, fine Novecento. Il Presidente, Bettino Craxi (Pierfrancesco Favino), ha lasciato l’Italia, condannato per corruzione e finanziamento illecito con sentenza passata in giudicato. Accanto a lui ci sono moglie (Silvia Cohen) e figlia (Livia Rossi), mentre il figlio (Alberto Paradossi) è in Italia a militare per riabilitarne l’immagine e gestirne l’eredità politica.
Nel suo “esilio volontario” lo raggiungono in pochi: Fausto (Luca Filippi), il figlio dell’ex compagno di partito Vincenzo, morto suicida dopo essere stato inquisito dal Giudice, e un Ospite suo “avversario, mai nemico“. Sono gli ultimi giorni di una parabola umana e politica che vedrà il Presidente combattere tra malattia, solitudine e rancore. La sua ultima testimonianza è affidata alle riprese di Fausto che nello zaino, oltre alla telecamera, nasconde qualcos’altro…
Bettino Craxi tra verità e finzione
“La verità di solito è più dura della fantasia, però un po’ di quella tragedia Gianni Amelio ha saputo riportarla e mi auguro che questo film riesca a far riflettere“: così Stefania Craxi, in un’intervista, ha descritto il film di Gianni Amelio che racconta gli ultimi mesi di vita di suo padre Bettino.
“Hammamet” è una profonda riflessione sulla caducità e sulla paura di perdere tutto”. Con queste parole, invece, Favino dipinge il film che lo vede protagonista“. La pellicola di Amelio, traccia la discesa crepuscolare di un leader politico e uomo dominato da pulsioni contrastanti, restituito con autenticità grazie a un grande Favino. Ma il film presenta anche caratteri di finzione. La figura inventata di Fausto , ad esempio, è un espediente narrativo voluto dal regista in funzione di “antagonista”.
Arianna Panieri
Segui Metropolitan Magazine. Ci trovi su Facebook, Instagram e Twitter!