Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, il terzo capitolo della saga scritta da J.K. Rowling, ha messo a dura prova i registi fin dal primo momento: Chris Columbus infatti, poiché oberato di lavoro e desideroso di una pausa, rinunciò a proseguire l’incarico. A lui subentrò Alfonso Cuarón, che accettò di lavorare a questo film solo perché convinto (e un po’ costretto) dall’amico Guillermo del Toro.
Andiamo alla scoperta di altri aspetti legati alla realizzazione del terzo capitolo della saga fantasy più famosa e amata di sempre!
Harry Potter alle prese con nuovi cambiamenti
I luoghi
Dopo due appuntamenti, lo avrete capito: davvero poco, nella saga, è realizzato in computer grafica. Perciò anche il Nottetempo è stato creato da zero dagli scenografi, partendo dall’assemblaggio di quattro autobus a due piani Routemaster poi riverniciati di viola. Sul set erano presenti due veicoli: uno per le riprese in interni e uno per quelle in esterni.
L’idea che si aveva di Hogsmeade, invece, era quella di una città dove era sempre Natale, complici anche le bellissime vetrine di negozi come Mielandia o l’Emporio degli Scherzi di Zonko; per questo motivo si è scelto di immergere il set nella neve, e stavolta ne sono stati costruiti due: uno a misura d’uomo e un altro in miniatura per le riprese panoramiche. In entrambi i casi gli edifici sono stati esageratamente inclinati, rimaneggiando l’architettura scozzese del XVII secolo.
Oggetti e creature magiche
Uno degli oggetti più iconici della saga è senza dubbio la Giratempo, realizzata su ispirazione di astrolabi e strumenti astrologici vari e formata da due anelli che ruotano, sui quali sono stati incisi dei motti sul tempo.
Per realizzare il magnifico ippogrifo Fierobecco si è partiti da degli schizzi che hanno poi dovuto essere messi in pratica a livello tecnico e anatomico. La domanda era solo una: come si muove una creatura che è per metà uccello e per metà cavallo?
Dopo vari modellini, è stato realizzato un animatronic in scala reale passato poi allo scanner per tutte quelle scene che richiedevano l’utilizzo del digitale (come per alcune interazioni con i personaggi). Il risultato d’insieme è squisitamente realistico.
I Dissennatori rappresentarono infine una vera sfida per il dipartimento artistico, che dopo una serie di prove fallimentari con delle marionette di grandezze diverse decise di votarsi completamente al digitale, pur mantenendo l’aspetto emerso dai vari bozzetti. Il loro movimento acquatico e il corpo a metà, uniti al sudario che li avvolge da cui si intravede un aspetto scheletrico, li rendono infatti decisamente inquietanti e pericolosi.
Per approfondire:
• “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”: le creature magiche
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Crediti fotografici: tvdaily.it; mouv.fr; eateseseirimastoconharry.com
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