Nello spazio di LetteralMente Donna di oggi, una donna eccezionale che si è distinta non solo come diva del cinema, ma anche come la grande inventrice pioniera del wifi. Il suo nome è Hedy Lamarr e questa è la sua storia

Hedy Lamarr, una grande intelligenza e la scelta dello spettacolo

LetteralMente Donna è dedicata ad Hedy Lamarr, fonte iltascabile.com
Hedy Lamarr, fonte iltascabile.com

“Avevamo discusso come due ingegneri di un progetto che ci appassionava. Non avevo mai avuto l’impressione di parlare con una star del cinema, ma con una collega inventrice”. Questa, come riportato da Wired, è la testimonianza dell‘inventore Carmelo Amarena a proposito di un suo incontro con Hedy Lamarr nel 1997. Parole che ci fanno comprendere a pieno l’importanza di considerare questa donna non solo come una straordinaria diva cinematografica ma anche una grande inventrice che ha dato un enorme contributo al progresso dell’umanità. D’altronde la Lamarr manifestò il suo talento da giovanissima quando già sembrava essere molto portata per gli studi di matematica e di ingegneria. Poi la scelta che segnò per sempre la sua vita come quella di tralasciare gli studi ed entrare nel mondo dello spettacolo.

Hedy Lamarr, al secolo Hedwig Eva Maria Kiesler, si fece subito notare per la sua bellezza poi la svolta nel 1932. In quell’anno uscì, infatti, il film scandalo “Estasi” di Gustav Machatý che scatenò una serie di polemiche dovute alla prima scena di nudo integrale, fatta dalla stessa Lamarr, della storia del cinema. All’epoca la grande diva era sposata con il potente imprenditore delle armi Fritz Mandl. Un uomo geloso, possessivo e ossessivo che l’aveva messa sotto controllo e non le lasciava libertà. Paradossalmente in questo modo la Lamarr venne costretta ad assistere a riunioni sulle armi e sull’esercito tedesco , a cui partecipò anche Benito Mussolini, che risvegliarono insieme alla noia il suo interesse per l’ingegneria. Poi fuggì dal controllo ferreo del marito fino ad arrivare negli Stati Uniti al bordo del Normandie insieme a tanti altri artisti in fuga dal nazismo.

L’invenzione del frequency-hopping

“La speranza e la curiosità per il futuro mi sembravano meglio della sicurezza del presente. L’ignoto è sempre stato molto attraente per me… e lo è tutt’ora”. Questa frase, come riportato dal National Geographic, pronunciata da Hedy Lamarr ci fa comprendere cosa spinse una diva del cinema a svolgere un ruolo segreto da inventrice. Nonostante la sua grande carriera cinematografica, infatti, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Lamarr decise di offrire le sue conoscenze sugli armamenti nazisti, accumulate nella riunioni con Mandl, agli Stati uniti. Dopo essere stata inserita nel dipartimento di tecnologia militare, si era resa conto che i siluri e le comunicazioni americane erano facilmente intercettabili. Fu allora che decise di inventare un nuovo dispositivo per i siluri americani.

Grazie all’aiuto e agli incontri con l’amico compositore George Antheil che stava lavorando ad un pianoforte automatico, inventò un nuovo dispositivo per il lancio dei siluri. Essa era basata su un sistema ad 88 tasti come quelli del pianoforte e poteva far saltare i segnali di trasmissione simultaneamente di frequenza in frequenza rendendoli impossibili da localizzare. Nasceva così il frequency-hopping o salto di frequenza. L’invenzione della Lamarr venne brevettata nel 1942 ed offerta alla marina degli Stati Uniti che però la rifiuto ritenendola troppo difficile da realizzare.

Un riconoscimento tardivo

Solo nel 1962, durante la crisi dei missili cubani, Il salto di frequenza venne finalmente utilizzato. Ed alcuni anni dopo si comprese quanto questa invenzione fosse stata importante e pioniera dei moderni sistemi Gps e wifi. Un riconoscimento tardivo arrivò per la Lamarr nel 1997 quando ricevette il Pioneer Award della Electronic Frontier Foundation. La sua nel frattempo era stata una vita amara segnata da matrimoni infelici e dalla cleptomania senza che nessuno le abbia mai dato un centesimo per il suo contributo fondamentale al progresso dell’umanità nonostante un’invenzione che, è stato stimato, valesse almeno 30 miliardi di dollari.

Stefano Delle Cave

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