Herbert Schuch in concerto alla Sapienza

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Di Redazione Metropolitan

Herbert Schuch in concerto alla Sapienza con il programma “Beethoven e il suo doppio”

Herbert Schuch nasce nel 1979 a Timisoara, in Romania, terra dalla quale si trasferisce con la famiglia per spostarsi in Germania, dove completerà i suoi studi musicali con Karl-Heinz Kammerling al Mozarteum di Salisburgo.

Herbert Schuch, fonte: immagine web

Vincitore di numerosi concorsi, cattura l’attenzione internazionale con la sua vittoria di tre importanti concorsi nel corso di un solo anno, il 2004.

Herbert Schuch ci propone un programma strettamente legato a quelle che sono le sue radici culturali rumeno-tedesche.

La prima parte del concerto è infatti un mix di due autori: il rumeno Gyorgy Ligeti ed il tedesco L.V. Beethoven che, uniti dalle due opere Musica Ricercata del primo e le 11 Bagatelle op. 119 del maestro tedesco, creano il connubio che riassume l’identità culturale del pianista Schuch.

Gyorgy Ligeti, fonte: immagine web

Le due opere, nate con intenti diversi, tendono a raggiungere una sorta di arrivo comune: esperimento di generi musicali quella di Ligeti e ricerca di essenziale leggerezza la seconda, giungono entrambe a semplici metriche di gradevole intrattenimento.

É con la seconda parte del concerto che il pianista rumeno arriva a deliziarci con la passione e il virtuosismo metrico-tonale tutto beethoveniano.

La sonata n.6 in Fa Maggiore op.10 n.2 e la sonata n.21 in Do Maggiore op.53, anche chiamata Waldstein in onore del Conte e amico dedicatario omonimo, seguono la costruzione della sonata, senza celarne il compositore.

Chiamare infatti sonate alcune composizioni per pianoforte di Beethoven, è un semplice attenersi alla definizione data per metrica e caratteristiche del brano in questione.

L.Van Beethoven, fonte: immagine web

Il pianista Wilhelm Von Lenz definì la Waldstein una “sinfonia Eroica per pianoforte” riconducendola alla Terza Sinfonia del compositore tedesco.

Il trasporto di Herbert Schuch nel suonare ogni nota del suo programma, rivela una palpabile empatia che lo lega al suo strumento, alle opere in esecuzione.

Il pianista rumeno-tedesco non manca di dimostrare il suo virtuosismo stilistico più classico con un bis fuori programma, un brano che sin dalla genesi del compositore originario è intriso di quel virtuosismo di altri tempi: La Campanella di F. Liszt.

Eleonora Giulia Meloni