Ho sposato sette donne, commedia di Dory Cei in scena al Walter Chiari di Cervia
Ho sposato sette donne, di Dory Cei
Compagnia Luigi Rasi di Ravenna
Regia di Alessandra Casanova
Un ricco industriale, Torquato Satolli, sposa una ragazza giovane, figlia di una ex cantante lirica, madre di altre quattro figlie avute tutte da mariti diversi, quasi tutti già morti. Si ritrova a vivere con tutte loro e, suo malgrado, a mantenerle, per far contenta la moglie. In più deve sopportare la cameriera indisponente della suocera.
Sul palco del Teatro Walter Chiari di Cervia domenica 22 dicembre la compagnia teatrale Luigi Rasi ha portato in scena una commedia allegra e pungente sulla retorica degli affetti familiari, tratta dall’opera omonima di Dory Cei del 1969.
Battute acide e sarcasmo a gogò tra marito e suocera, la Virago attorno alla quale si muove lo stuolo di figlie oche giulive ma calcolatrici quanto basta per assicurarsi una vita da nullafacenti sperperando soldi (altrui).
Un incidente a uno dei dipendenti del ricco Satolli, investito per sbaglio con l’auto da una delle figlie senza patente, dà il via ad una serie di gag e battute che mettono a nudo egoismi e superficialità dei personaggi-macchietta.
Dal ragioniere imbranato, vittima dell’incidente, all’ingegnere ambizioso che cerca di fare le scarpe al suo superiore nella direzione della fabbrica, alla madre del Satolli, che si commuove al pensiero di quanto saranno belli i funerali di suo figlio che tutti, per via di un equivoco, credono sia appena morto. Ma soprattutto di quanto sarà bello tornare a comandare tutti a bacchetta.
Come ogni commedia, non manca l’ imprevisto finale: irrompe nella casa l’unico marito rimasto vivo nel parterre della suocera. Forse c’è una speranza per il Satolli di liberarsi di tutte quelle donne invadenti e sanguisughe… Se ne farà carico lui?
La commedia, in due atti, viene rappresentata per la prima volta al Teatro Affrico di Firenze nel 1970, diretta dalla stessa Cei. Attrice, regista e autrice di spessore, Dory Cei (Milano, 17 novembre 1915 – Firenze, 3 febbraio 1988) è stata una delle protagoniste del teatro del ‘900. Figlia dell’attrice Luisa Cei e sorella di Pina Cei, è un enfant prodige.
A 14 anni è già una professionista e lavora nelle compagnie di Emma Gramatica, Guido Salvini ed Ermete Zacconi. Recita Ibsen e Goldoni, poi dirige una sua compagnia. Scrive commedie in vernacolo fiorentino, lavora per la Rai a Roma e Napoli, gira in tournée come caratterista con Peppino De Filippo a Parigi e Londra.
Nonne squillo del 1960 e La casa co’ i’ tetto che scotta, del 1964, entrambi in vernacolo, tra i tanti lavori che portano la sua firma. Così come le opere di De Filippo, Goldoni e Pirandello che ha diretto insieme ad autori meno noti nel corso della sua lunga carriera.
Protagonisti dell’opera Ho sposato sette donne, adattato dalla regista Alessandra Casanova: Davide Dima (Torquato Satolli), Elisabetta Rivalta (Rumilda Barsatti Scotti, la suocera), Giulia Grillo (Violina, la moglie), Vincenzo Dicandia (l’ingegner Galletti), Simone Rava (il ragionier Semplicio), Paola Piergentili (la cameriera).
A completare il cast: Roberto Ancherani, Paolo Bassi, Antonella Castelvetro, Daniela Cittadini, Asia Galeotti, Enrica Gemignani, Ettore Giallongo, Marzia Gisone, Edoardo Liverani, Emma Paganelli, Silvia Piovaccari.
Anna Cavallo