I bambini inglesi si stanno rimpicciolendo? La risposta è nell’alimentazione (e nella politica)

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Di Marianna Soru

Non è una favola o qualche racconto fantastico: i bambini inglesi si stanno veramente rimpicciolendo. A confermarlo diversi studi scientifici, che stabiliscono una regressione in centimetri dell’altezza media dei piccoli abitanti del Regno Unito. E il caso diventa medico, ma anche politico: se le cause sono nell’alimentazione, è necessario uno sforzo collettivo per convertire questa tendenza.

I bambini inglesi crescono poco: lo studio

Sir Keir Starmer, il favorito delle elezioni di quest’anno, si è preso la briga di fare un vero e proprio tour nel nord-ovest dell’Inghilterra. Il suo scopo era ben specifico: migliorare la salute e il benessere dei bambini britannici. “Perché sono più bassi dei loro coetanei di Haiti, più grassi di quelli francesi e meno felici dei turchi”, ha detto Starmer. Per farlo, entrano in gioco diverse misure tra cui controlli medici più frequenti e assenza di pubblicità di cibo spazzatura nelle fasce orarie dedicate ai più piccoli. Tra le proposte sicuramente lavarsi di più i denti, e soprattutto, il leader politico punta a una vera e propria crescita di altezza.

Questo perché l’altezza media è aumentata nel Paese, ma nel mondo resta ancora molto indietro. Nel 2010 era 110,2 centimetri per i maschietti per elevarsi impercettibilmente nel 2022 a 110,9 cm, mentre per le bambine si è passati da 109,3 cm a 109,9 cm. Invece, negli ultimi 12 anni l’altezza media dei bambini maschi di cinque anni britannici ha perso 33 posti nelle classifiche internazionali, crollando alla 102esima posizione, dietro Egitto, Haiti e Ucraina. Mentre le bambine britanniche sono calate di 27 posti, superate intanto da Portogallo, Turchia e Brasile.

Scarsa crescita? È colpa dell’alimentazione

Secondo Majid Ezzati, professore di salute globale all’Imperial College di Londra, le cause sarebbero diverse. “La crescita dell’altezza dei nostri bimbi si è appiattita”, ha dichiarato al Times. “E la causa sembra essere la loro malnutrizione, soprattutto nelle famiglie e nelle comunità più povere del Paese. Il cibo nutriente che aumenta lo sviluppo dei bambini senza farli ingrassare, come legumi, pesce, frutta e carne magra, se lo possono permettere oramai sempre meno famiglie britanniche”.

Infatti, secondo uno studio di Obesity Reviews su 66mila bambini nei Paesi più sviluppati del mondo, quelli britannici ricevono il 61% delle loro calorie da cibi ultraprocessati. E, purtroppo, trionfano snack confezionati, merendine, cibi pronti e precotti, fast-food, carni trasformate, bevande zuccherate ed edulcorate. Persino gli americani ne consumano di meno (58%), mentre i bambini australiani, per esempio, si fermano al 47%. Esiste anche la teoria di alcuni per cui questo sarebbe un prodotto anche della società multiculturale, ma Ezzati non è d’accordo. “Qualsiasi bimbo può crescere bene se ben nutrito, lo abbiamo visto anni fa per esempio con quelli della Corea del Sud, che nel tempo hanno fatto registrare sensibili aumenti in altezza”.

Un altro fattore da non sottovalutare è povertà minorile. Che dilaga a dismisura: a oggi sono 4,3 milioni i bambini poveri oltremanica, ossia 3 su 10, secondo l’associazione Children’s Society. Solo nel 2020 c’era stato un aumento del 107% di piccoli che le famiglie non riescono a sfamare. Anche il Guardian, nel 2022, aveva affermato che i bambini con diritto a pasti gratis a scuola (causa reddito familiare basso) sono stati ufficialmente 1,9 milioni, ossia il 22%. Nel 2019 erano il 15%. Tutti fattori che contribuiscono all’aumento di malnutrizione e, conseguentemente, scarsa o cattiva crescita dei bambini inglesi.

Marianna Soru

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