Il golf è tra gli sport più praticati al mondo: a giocarlo non fanno eccezione gli ex atleti professionisti.
Atleti da ogni dove
Tanto in America, quanto in Europa la lista degli atleti di grande livello nelle rispettive discipline, che trovano modo di rilassarsi sul campo da golf è lunghissima.
Tennis, calcio, nuoto, basket e football americano: non esiste un torneo di beneficenza nel quale non spicchi il nome di qualche top player. Questo è un vantaggio tanto per le aziende che sponsorizzano gli eventi, quanto per i campioni che possono misurarsi con i loro colleghi nei pro-tour.
Un antidoto alla noia
La prima motivazione di tante star per il loro approccio al green è quello di combattere la depressione che spesso accompagna il momento del ritiro.
Ivan Lendl, Eugeny Kafelnikov, Andrij Schevcheko sono tutti nomi noti al grande pubblico mondiale. Li accomuna la grande passione per il golf che li ha portati con alterne fortune a testarsi anche in alcune prove del PGA e dell’European Tour al termine della carriera professionistica.
In particolare Lendl, ha dichiarato in più occasioni la sua passione golfistica. Pur non sfondando, ha passato mesi sul campo pratica e a suo merito va annotato l’aiuto fornito a Daniel Berger, ottimo talento del tour a stelle strisce e figlio del collega ed ex top ten dell’ATP Jay Berger.
Gli atleti Made in USA
Se passiamo l’oceano, la lista è ancora più importante: tutte le leghe più importanti; NFL, NBA, MLB, organizzano veri tornei a invito per divertire il pubblico e fare beneficenza.
E’ in queste occasioni che si possono ammirare swing di ottimo livello: quelli di gente come Tom Brady, del pluri campione olimpico Michael Phelps (entrambi one digit) o di Steph Curry, quest’ultimo addirittura organizzatore di un evento sul web.com tour.
Il “caso” Jordan
Come in ogni sua attività però, è Michael Jordan ad aver rappresentato un vero caso. Per tutta la carriera la sua passione per l’agonismo e per il golf ne hanno fatto un esempio nel bene e (raramente) nel male. “His Airness” è stato uno dei primi atleti della nuova generazione a sbandierare il suo amore per questo sport, portando tanti nuovi praticanti alla federazione americana.
Allo stesso tempo però il suo amore per le sfide golfistiche lo avrebbe portato nell’anno del primo ritiro, il 1994, ad accumulare debiti con altri giocatori di altre 2 milioni di dollari (si dice anche con un narcotrafficante messicano) e costringendo la NBA ad occuparsi del caso.
Un guaio di breve durata: oggi il marchio Air Jordan fornisce le scarpe anche anche a pro della PGA. Jordan però non ha smesso di praticare e di scommettere con gli amici sul green: quando si dice unire l’utile al dilettevole.
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