È scoppiata una vasta polemica sull’articolo comparso ieri su Repubblica sul viaggio in treno a Foggia di Alain Elkann dove lo scrittore, padre dell’editore del giornale, ha puntato l’indice contro alcuni giovani ragazzi seduti nella suo stesso vagone. Questi sono stati accusati di essere “lanzichenecchi” malvestiti e male educati con musica inappropriata e turpiloquio. Si dissociano da Elkann i giornalisti di Repubblica con una mail inviata ai colleghi. Sgarbi però difende lo scrittore, padre dell’editore del giornale.

L’articolo di Repubblica e il dissociarsi della redazione

Alain Elkann nella bufera per articolo su Repubblica fonte notizie.virgilio.it
Ala Elkann, fonte notizie.virgilito.it

Tutto è iniziato martedì mattina quando, nella pagina di cultura di La Repubblica, è stato pubblicato un articolo firmato da Alain Elkann, padre dell’editore del giornale Johnn Elkann. Si tratta di un resoconto di un viaggio in treno verso Foggia in cui Elkann senior se la prende con alcuni giovani seduti nel suo stesso vagone in prima classe definendoli “lanzichenecchi”. Il racconto di Elkann è diventato poi virale sui social scatenando una polemica e diverse accuse di classismo anche nella stessa redazione di La Repubblica

I giornalisti del famoso quotidiano nazionale hanno poi mandato una mail ai colleghi affermando, come si legge su Il fatto quotidiano, che: “questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore. Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale “identitaro” vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”.

La difesa di Sgarbi

A difendere Alain Elkann ci ha pensato Vittorio Sgarbi che ha respinto le accuse di chi parlava di classismo. Anzi il sottosegretario alla Cultura ha affermato in una chat del ministero della Cultura che Elkann “ha fatto letteratura. Mai letto Léautaud, Ceronetti, Delfini, Tito Balestra, Testori, il sillabario di Parise? Il malumore è un genere letterario”. Per Sgarbi infine la protesta dei giornalisti di La Repubblica sarebbe “una grottesca forma di censura” perchè “Elkann ha detto la verità ed ha espresso il suo disagio”.

Stefano Delle Cave

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