Cosa c’è di meglio al mondo che celebrare il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, raccontandovi quale altra professione praticavano alcuni giocatori prima che sfondassero nel mondo del calcio? Ecco qua cinque incredibili storie.
“Beati quelli lì! Guadagnano milioni per correre dietro a un pallone, sono ricchi, belli, atletici, famosi e si bombano pure le Veline!”, chi non ha mai proferito o soltanto pensato frasi come questa, magari nel preparare odiosi esami universitari, ingobbiti su libri polverosi, oppure nel tragitto tra casa e lavoro, con qualche smadonna di rito a fare da elegante intercalare. Eppure le cose non sono sempre andate così per più di un calciatore. Oggi, per celebrare al meglio la festa del Primo Maggio, vi raccontiamo come se la passavano cinque stelle del calcio prima che sfondassero in questo settore.
#1 Mauro Icardi
Quasi tutti a sette anni giocano con i Playmobil e provano a non mangiarsi le caccole. Non è il caso però di Maurito Icardi, che a quell’età aveva già un lavoretto per aiutare la famiglia: “D’estate, la sera, con i figli del mio primo allenatore andavo a fare il parcheggiatore nei pub, ristoranti e discoteche che si affacciavano sulla costa lungo il fiume. Avevo sette anni”. Inoltre, di tanto in tanto, come da lui stesso riportato nella sua autobiografia, si improvvisava anche pasticciere per dare una mano alla mamma nel preparare e poi vendere porta a porta le alfajores, biscottini tondi ripieni di marmellata o cioccolato, tipici della tradizione sudamericana. Della serie il Telefono Azzurro in quegli anni probabilmente non era ancora arrivato in Argentina!
#2 Javier Zanetti
Forse, dopotutto, non è stata solo una coincidenza il soprannome El Tractor, considerato il fatto che Javier Zanetti, prima di diventare una leggenda dell’Inter, abbia fatto il muratore. Da ragazzo, dopo essere stato scartato ad un provino dell’Independiente, la sua squadra del cuore, perché troppo gracile, inizia infatti a trasportare mattoni e a preparare l’impasto per la calce sotto la guida del padre, che cerca di insegnargli il mestiere. Ma, come è risaputo, la sua carriera futura avrebbe poi preso tutta un’altra piega.
#3 Jamie Vardy
Un passato certamente non tutto rosa e fiori per il beniamino indiscusso delle Foxes: operaio metalmeccanico in una fabbrica della grigia Sheffield per pagarsi gli studi; intrappolato nel pantano stagnante della Conference League inglese (la nostra Serie D). Un talento quello di Jamie Vardy che pareva davvero destinato a finire nel dimenticatoio. “Era massacrante: sollevavo centinaia di pesi e il calore dei forni mi bruciava la pelle”, racconta nel suo libro autobiografico “Dal nulla”. E proprio dal nulla nel 2012, all’età di 25 anni, quando ormai tutto sembrava perduto, il Leicester City lo nota e lo compra per 1 milione di sterline. Il resto è storia.
#4 Carlos Bacca
Immaginarsi Carlos Bacca vestito da controllore sugli autobus di Barranquilla a placcare lesti ‘Ajeje Brazorf’ colombiani senza biglietto sembrerebbe una follia, se non fosse la nuda e cruda verità. Prima di evolversi nel bomber di razza che tutti oggi conoscono ‘El Peluca’ avrebbe infatti praticato questa professione per sostenere la famiglia, oltre, saltuariamente, secondo altre fonti però incerte, quella di pescatore insieme al padre. Che questa ultima parte sia vera sembra però essere confermata dalle doti di agilità, sprint e concretezza che fino ad ora l’attuale punta del Villareal ha sempre dimostrato nelle aree di rigore avversarie, quelle stesse doti che sono fondamentali quando si ha una canna da pesca in mano.
#5 Moreno Torricelli
Non c’è niente da fare, alcune favole sono più belle di altre. E la favola di Moreno Torricelli è sicuramente la più affascinante. Sì, perché un giorno militi in Serie D, facendo il falegname durante la giornata per tirare avanti la carretta, e il giorno dopo passi direttamente alla Juventus, ritrovandoti a vincere scudetto, Coppa Italia, Champions League, Coppa Intercontinentale, Supercoppa italiana e Supercoppa europea da protagonista assoluto. Il ‘Geppetto’ bianconero, così scherzosamente denominato dai suoi compagni di spogliatoio, riesce così a realizzare a tutti gli effetti un sogno pazzesco, nemmeno a farlo apposta quasi allo stesso modo del vecchio personaggio del romanzo di Collodi, che dal niente creò il burattino animato di Pinocchio, trasformando in realtà il suo desiderio più grande, quello di avere un figliolo. Magia pura!
E così non tutti nascono con la camicia, come si suol dire, nemmeno nel mondo del calcio. C’è chi ha lavorato, faticato, sudato e sputato sangue prima di arrivare meritatamente ai livelli e soprattutto ai guadagni di oggi. Dunque signori non state lì a corrucciarvi nell’accidia e nell’invidia: gambe in spalla e pedalare, e che l’esempio di questi mirabili campioni, che non hanno mai smesso (e mai smetteranno) di combattere per ciò che amano, possa essere da modello per ogni uomo.
Tartaglione Marco