“I Leoni di Sicilia. La saga dei Florio” di Stefania Auci ci racconta di una Sicilia magnifica e lussureggiante, in bilico tra ‘800 e ‘900. Lo fa attraverso gli occhi di una delle famiglie più influenti dell’epoca: i Florio. In poco meno di 500 pagine, il racconto di personaggi perfettamente calati nella realtà che li circonda. Attraverso questa si fanno portavoce di un desiderio di riscatto e di una sete di rivincita. A poco più di un mese dall’uscita su Disney+ dell’attesissima serie tratta dal romanzo, vi lasciamo la nostra recensione.

La famiglia Florio e la Palermo della Belle Époque

Stefania Auci, la scrittrice siciliana, deve il suo successo proprio a “I Leoni di Sicilia”. Una saga famigliare che prende spunto da vicende realmente accadute e persone realmente esistite, per raccontare una Sicilia in generale e una Palermo in particolare, nel periodo a cavallo tra la Belle Époque e gli inizi del Novecento. I Florio furono, in questo periodo, tra le famiglie più ricche d’Italia, di tradizione industriale. La famiglia arriva a disporre di una flotta di novantanove navi. Aveva un impero aziendale che spaziava dalla chimica al vino, dal turismo all’industria del tonno. La vicenda storica della famiglia, di origini calabresi precisamente di Bagnara Calabra, si svolge nella ricca Palermo degli anni a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

Il romanzo si propone di raccontare proprio questa ascesa sociale. Narra le vicende della famiglia dei Florio, divenuta nella Palermo dell’800 una dinastia di armatori, imprenditori del vino, della conservazione del pesce, della ceramica, del turismo, protagonisti di un’epoca d’oro dello sviluppo economico della Sicilia. Ogni capitolo, si apre con un proverbio tipico siciliano, e ci catapulta nella vita di questa famiglia di umili origini che trasferitasi a Palermo, dopo il tremendo terremoto che ha colpito la Calabria nel 1799, inizia piano piano a conquistarsi un posto di rilievo nel mondo.

I Leoni di Sicilia: storia di riscatto sociale

Questa splendida saga famigliare inizia con la storia inizia di Ignazio e di Paolo, due fratelli che, in piena notte, quando la casa inizia a tremare, decidono di lasciare Bagnara Calabra e trasferirsi a Palermo. Con i due fratelli vivono la moglie di Paolo, Giuseppina, e i suoi figli Vincenzo, neonato, e Vittoria, di nove anni. Ignazio e Paolo decidono di lasciare la loro terra dilaniata da povertà, brigantaggio e terremoti e tentare una seconda vita a Palermo, dove con l’aiuto del cognato commerciante, aprono un’aromateria. Da qui inizia l’ascesa sociale di questa famiglia e con essa iniziano le storie dei personaggi che l’hanno resa grande. Il riscatto sociale e la voglia di essere grandi tra i grandi, questo il motore di tutta la vicenda.

“Non devi mai far vedere che sei vulnerabile ai loro insulti. Mai! Cosa credi, che non lo sappia che ci considerano poco più del fango? Ma io non sono come loro e nemmeno tu lo sei. Hanno cominciato a sparlarci dietro perché ci invidiano. Gli facciamo rabbia e paura e la rabbia brucia. E allora sono i soldi che guadagni che gli devi sbattere in faccia, perché sono la misura del loro fallimento. Non i pugni:quelli sì,che sono comportamenti da scaricatore di porto. I fatti devono parlare per te,ricordatelo. Io ho ignorato per anni ma non ho mai dimenticato. Ho segnato tutto qui. Niente mi scordo di quello che mi hanno fatto. Però,mai fargli vedere che sei arrabbiato perché è la collera che fa fare le peggiori fesserie. Questa è gente che ragiona con la pancia. Noi no.Ti devi fare venire i cuorna ruri,le corna dure come quelle dei tori e non sentire e andare avanti per la tua strada”.

Ignazio e Paolo: come tutto ebbe inizio

Personaggio chiave di tutto il romanzo è Ignazio, sopravvissuto al fratello Paolo, morto troppo presto, si fa carico non solo degli affari ma anche e soprattutto della famiglia di Paolo, crescendo il piccolo Vincenzo come fosse figlio suo, insegnandogli non soltanto il mestiere ma anche come si sta al mondo. Vincenzo eredita tutto a 29 anni, quando anche l’amato zio muore. Da qui inizia la seconda parte del romanzo. La parte in cui Vincenzo prende in mano le sorti della famiglia, che ormai è una delle più potenti della Sicilia, scontrandosi con la nobiltà dell’Isola. Uno scontro che lo “tormenterà” per tutta la vita.

I temi principali di questo libro sono quindi la storia della famiglia Florio, fatta di passione per il proprio lavoro come mezzo di riscatto e di conquista del prestigio, e la storia di Palermo, della Sicilia e del Mezzogiorno. Le vicende familiari e gli amori dei personaggi, anche se sicuramente romanzati, sono un altro dei temi cardine del romanzo. Amori spesso contrastati, mai semplici e tanto passionali e grandi quanto pieni di dolore e a volte rancore. Attraverso le storie d’amore, l’autrice mette in evidenza l’altra faccia della medaglia della famiglia Florio: le donne di casa. Giuseppina, la capostipite e Giulia che per amore di Vincenzo accetta persino una relazione extraconiugale, impensabile per la Palermo bene dell’epoca. I personaggi femminili, tutt’altro che banali e in secondo piano, sono probabilmente il vero collante di una famiglia che con il successo sperimenta anche le problematiche che questo comporta.

Pubblicato nel 2019, per Editrice Nord, “I leoni di Sicilia” è stato per la Auci,  il romanzo di successo in Italia e all’estero. Stati Uniti d’America, Germania, Francia, Paesi Bassi e Spagna sono solo alcuni dei paesi in cui il libro è stato pubblicato, riscuotendo molto successo. Ha vinto anche il Premio Nazionale Rhegium Julii nella categoria narrativa, vendendo oltre 650 000 copie. Un successo enorme che ha spinto poi l’autrice a continuare la saga con “L’inverno dei Leoni”, pubblicato nel 2021. Un romanzo che vale sicuramente la pena di leggere. Speriamo che la serie renda giustizia a questa bellissima storia. 

Ilaria Festa

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