Attualmente la formazione dei Ricchi e Poveri è composta da due artisti. Si tratta di Angelo Sotgiu, che è nato a Trinità d’Agultu il 22 febbraio del 1946, e di Angela Brambati, originaria di Genova, nata il 20 ottobre del 1947. Di Angelo Sotgiu sappiamo che, dopo poco tempo dalla nascita, la sua famiglia si è trasferita dalla provincia di Sassari a Genova.
In origine, all’inizio della carriera dei Ricchi e Poveri, il gruppo era formato da quattro componenti. Oltre ad Angelo e Angela, infatti, erano presenti anche Franco Gatti, nato a Genova il 4 ottobre del 1942 e scomparso di recente, il 18 ottobre 2022, e Marina Occhiena, anche lei originaria di Genova, la cui data di nascita è il 19 marzo del 1950.
Marina Occhiena ha lasciato il gruppo dei Ricchi e Poveri nel 1981, a quanto pare a causa di alcuni contrasti che erano nati con gli altri componenti. Abbiamo visto di nuovo l’artista, però, nel famoso gruppo musicale nel 2020, dopo tanti anni, in occasione della reunion che si è svolta a Sanremo.
I Ricchi e Poveri oggi chi sono
I Ricchi e Poveri ora sono rimasti in due, Angelo Sotgiu, il “bello”, 76 anni e Angela Brambati, la “brunetta”, 75 anni. Marina Occhiena “la Bionda” se ne andò nel 1981 ed è tornata solo per la reunion a Sanremo nel 2020. Franco Gatti “il Baffo” è scomparso tre mesi fa ma “lo sentiamo sempre accanto a noi”, dicono Sotgiu e Brambati. A Sanremo 2023 Coma_Cose & Baustelle canteranno in duetto la loro celebre “Sarà perché ti amo” nella quarta serata dedicata alle cover.
I due raccontano al Corriere della Sera gli esordi della band dopo essere stati scoperti da Fabrizio De Andrè. “Ci mandò a chiamare da un comune amico. ‘Venite a casa mia’. Ci presentammo con le nostre chitarrine – racconta Sotgiu al Corriere della Sera – Ci ascoltò e poi ci propose di andare a Milano dalla sua casa discografica. Partimmo da Genova con la Seicento della mamma di Franco, in cinque non ci si stava, De André era grande e grosso, perciò viaggiò per conto suo. Ma il produttore non ci trovò interessanti”. “’Questi qui non capiscono un belìn’, disse Fabrizio. ‘Avrete successo lo stesso’”, aggiunge Brambati
Poi arrivò Franco Califano che fu per loro una sorta di padre musicale. “Era direttore artistico della Carosello. Ci convocò a Milano. Gli cantammo tre pezzi, forse quattro, il repertorio era tutto lì”, racconta Sotgiu. “Andò a chiamare Alfredo Cerruti. Senti questi qui, sono bravi. E ci fece ricantare. Poi convocò il maestro D’Anzi, quello di O mia bela Madunina. Ricantammo. Alla fine restammo senza voce. Califano si licenziò. ‘Voglio diventare il vostro produttore’. Ci portava in giro su una macchinona bianca americana, ogni sera a cena fuori, pagava sempre lui”.