Qual’è il nuovo percorso creativo intrapreso dalle maison in fatto di borse? La risposta è da trovare nelle ultime apparizioni FW23 che segnano il ritorno della it-bag. La it-bag è da sempre il fondamento di collezioni ed inesauribile fonte di guadagno per i brand che ora decidono di investire nelle loro icone storiche. Dal ritorno della Speedy di Louis Vuitton al recupero di uno dei simboli dell’Haute Couture parigina come la Patou bag, appunto, della maison Patou, gli ultimi modelli ripercorrono all’indietro la storia in un viaggio tra memorabilia e cimeli da riattualizzare, reinterpretati in un’immaginario ‘’street’’, a ‘’prova di quotidianità’’.
Icon bag: come nasce una borsa iconica
Come dimenticare la Baguette, l’iconico modello di borsa realizzato da Fendi sul finire degli anni ‘90, che per prima si immaginò in una veste ‘’pratica’’ tra le strade di NewYork, compagna di una qualsiasi Carrie Bradshow in cerca del prossimo fashion investment, la borsa diventa negli anni sempre più simbolo della quotidianità, di quell’immediatezza che si ricerca ogni giorno tra lavoro e vita privata. Ma come coniugare entrambi? Nasce così la icon bag, quella borsa, proprio come la Baguette, che si adatta ad ogni evento, modificando di volta in volta la sua ‘’occasione d’uso’’. Insieme a Fendi e la sua Baguette, Louis Vuitton con il suo monogram presenta, collezione dopo collezione, icone moderne figlie di una storia pluri centenaria che ancora adesso raccoglie nei propri store un pubblico in continua crescita, disposto a tutto pur di riuscire ad acquistare le ‘’iconiche’’ della maison, che, a detta degli esperti, sono investimenti sicuri. Di certo per potersi imporre come icone, questi modelli devono superare il test del tempo che incide direttamente sul valore di qualsiasi prodotto del lusso. Si ricerca così un’atemporalità ed una desiderabilità che garantiscano un guadagno per i brand ed una sicurezza economica per i consumatori, e per far sì che questo delicato equilibrio duri per sempre è necessario aggiornare i codici estetici, attualizzarli. Come? Ricorrendo ad un incessante decorativismo che rende tutto ‘’irresistibile’’, parola di Kim Jones e Silvia Venturi Fendi. In fondo, la it-bag non è una borsa come le altre: è quella immediatamente riconoscibile che abbatte la distanza tra passato e presente in un deciso rifiuto del trend, a favore di un irripetibilità che prescinde dal tempo.
Come riconoscere una it-bag
Ma quali sono le componenti che rendono una borsa una it-bag? Prezzo, esclusività e fattura impeccabile: è questa la triade che regola il lusso e sulla quale i grandi brand fondano la loro identità, consapevoli che borse e scarpe rappresentano quasi il 54per cento cento dei guadagni, in un’industria dove la performance conta più di tutto. L’amministratore delegato di Fendi, Serge Brushwig, spiega:
‘’Spesso il lusso viene associato alla borsa perché racchiude tutto il savoir fare in un unico capo. I nostri modelli iconici hanno un alto valore storico e di ricerca che incide direttamente sul costo, e non si può immaginare di poter vendere una borsa costruita in anni di studio e ricerca ad un prezzo concorrenziale, perché un’icona non ha concorrenza, è unica. Ed è sulla sua unicità che si fonda il concetto di seasonless’’.
Gli ultimi modelli FW23
Così le ultime apparizioni della FW23 non fanno altro che riconfermare questo ‘’ritorno all’icona’’ con modelli dal grande valore storico. Prima tra tutti là puzzle bag di Loewe. Giocosa e mutevole, l’icona del brand fa il suo ritorna nella FW23 divenendo sempre più micro, ma dalle nuove tonalità come il silver ed il ‘’brownie’’. Anche la Pocket di MiuMiu serve al necessario, ma le tasche, che raddoppiano, espandono le dimensioni della borsa permettendo di poter portare quel gloss in più. Simbolo del divertissement, la Teen Pouch di Bottega Veneta è l’ultimo aggiornamento per lavorazione e dimensioni della classica del brand. L’intreccio si infittisce ed i colori si accendono, il tutto contribuisce a rendere la nuova it-bag l’immancabile protagonista delle prossime fashion scenes. Ma ‘’a voler essere moderni, si può un giorno divenire démodé’’ diceva Oscar Wilde, e allora un tocco di classicità è irrinunciabile per Pharrell Williams che al suo primo show per Louis Vuitton Man riporta sotto gli occhi di tutti la Speedy ma in croco e multi chain. Un lusso senza tempo che non rinuncia al classicismo della forma e del monogram ma che si apre a nuove sperimentazioni come l’uso di pietre preziose e pelli uniche. Una sperimentazione che giunge anche da Prada dove si reimmagina la tote bag, solitamente realizzata in canvas, in una pelle used grigia dall’immagine industriale. E per chi minimale è sinonimo di iconico, la Petite Patou è l’ultimissima icon bag dal taglio deciso, che richiama l’iniziale del nome della maison e del fondatore Jean in un rigore estetico che ne rilegge il simbolo della ‘’P’’.
Luca Cioffi
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