Il nome di Idris Elba di tanto in tanto circola da quando Daniel Craig ha annunciato il ritiro dalle vesti di James Bond, scatenando un polverone. La diatriba naturalmente è tra chi afferma che lo storico personaggio debba rispecchiare la descrizione dei libri e chi invece ricorda che l’unica restrizione posta da Fleming agli attori fosse la nazionalità, imprescindibilmente britannica.
Britannico sicuramente lo è, Idris Elba, nato e cresciuto a Londra, ma al di là di sterili polemiche è stato lui stesso scoraggiare le probabilità. I preconcetti del pubblico, a suo dire, l’avrebbero convinto a non parlare più della questione, per il momento. Indipendentemente dalle opinioni personali, rimane comunque un problema tutto italiano il non riuscire a parlare d’altro se non del suo aspetto, nonostante la lunga e importante carriera alle spalle.
Idris Elba, dagli esordi a Tyler Perry e Luther
Elba si avvicina al mondo dello spettacolo attraverso la musica e il teatro (frequenta il National Youth Music Theatre da ragazzo). Ancora oggi è un famoso DJ nella scena londinese, conosciuto per lo più come DJ Big Driis. I primi ruoli da attore arrivano per la televisione, dove debutta nel 1994 e ottiene poi uno dei suoi ruoli più conosciuti: Luther, nell’omonima serie (2010-2019). Per la sua interpretazione del brillante e irascibile investigatore, Elba è stato candidato tre volte agli Emmy e tre volte al Golden Globe, vincendo quest’ultimo nel 2012.
Costellata di successi e titoli interessanti è anche la sua carriera cinematografica, iniziata nel 1999 ma decollata propriamente nel 2007 con Daddy’s Little Girls. È quindi Tyler Perry, il controverso ma influente regista afroamericano, a proporgli il primo vero e proprio ruolo da protagonista. Nello stesso anno prende parte ad altri quattro, consolidando sempre di più il suo ingresso nell’industria cinematografica. Inizia così a dividersi tra produzioni hollywoodiane e grandi registi. Lo vediamo per esempio in American Gangster (Ridley Scott, 2007) ma anche in Pacific Rim di Gullermo del Toro (2013).
I grandi ruoli
Nel corso del decennio appena concluso, Idris Elba alterna con facilità ruoli forti e impegnativi e ruoli più commerciali, legati a cinecomics. Nel primo caso ricordiamo sicuramente l’intensa interpretazione di Nelson Mandela in Mandela – La lunga strada verso la libertà (Justin Chadwick, 2013), capace di cogliere davvero un’essenza intima e straordinariamente somigliante.
Molto diverso ma ancor più importante nella sua carriera è il ruolo dello spietato comandante in Beasts of No Nation. Il film di Fukunaga, presentato a Venezia nel 2015, sfida Elba a interpretare un personaggio profondamente lontano dalla morale occidentale, violento addestratore di bambini-soldato. È una grande prova, riconosciuta e premiata con una pioggia di premi e candidature. Per Beasts of No Nation Elba infatti ottiene la nomination al Golden Globe, al SAG Award e al BAFTA, inoltre vince l’Independent Spirit Award.
D’altro canto, come accennato, Elba dal 2011 a oggi ha dato vita anche a personaggi molto più mainstream, entrando sia nel Marvel Cinematic Universe, sia nel DC Extended Universe. Appare per la prima volta nell’MCU in Thor di Kenneth Branagh e torna nel ruolo di Heimdall in altri quattro film, tra cui Infinity War. Per la DC, invece, entrerà nel prossimo Suicide Squad diretto da James Gunn.
Se questo non dovesse ancora bastare a sottolineare la grande carriera di Idris Elba, c’è da aggiungere che, come molti attori, ha compiuto anche lui il salto alla regia. La sua opera prima è Yardie (2018), ambientata tra le omonime gang britanniche (di origine giamaicana/caraibica). Inoltre, ma a noi italiani potrebbe essere sfuggito a causa del doppiaggio, Idris Elba ha doppiato alcuni importanti ruoli per la Disney, tra cui Shere Khan in il libro della giungla (Jon Favreau, 2016).
Articolo di Valeria Verbaro
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