Il 3 Marzo è stato istituito dalle Nazioni Unite come giornata mondiale della fauna selvatica. Quest’anno l’evento è incentrato sulla salvaguardia delle coste e dei fondali marini.

Molti sono i fattori che minacciano i nostri mari: dal cambiamento climatico, all’inquinamento tramite plastica. È proprio a questi ecosistemi che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) ha deciso di dedicare la Giornata mondiale della Fauna Selvatica. Questo evento è stato istituito nel 2013 con l’intenzione di far riflettere tutti, grandi e piccini, sul rispetto e sulla tutela della meravigliosa natura che ci circonda.

Pur essendo in gran parte un mondo nascosto, a differenza di tutto ciò che si trova in superficie, l’ecosistema marino-costiero offre risorse fondamentali per il sostentamento di oltre tre miliardi di persone nel mondo. Non stupisce quindi che tutta la natura presente sotto acqua e a ridosso delle coste sia in grado di alimentare un mercato che vale circa 3 miliardi di dollari, in cui operano moltissime aziende. Proprio il denaro che si può ottenere da questa industria, ha portato negli anni a un eccessivo sfruttamento delle risorse con conseguenze terribili per le creature che abitano nel mare. L’umanità, inoltre, attraverso i rifiuti in plastica che produce in maniera assidua giornalmente, ha anche irrimediabilmente contaminato gli oceani e i loro protagonisti

Abdoulaye Mar Dieye, del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ha ricordato come, tra le tante cose, gli oceani possano influenzare il clima e produrre circa metà dell’ossigeno che respiriamo. Dunque “per assicurare che gli oceani e le specie marine siano protette e preservate è necessario trovare ed estendere nuove soluzioni che rispettino la natura”.

Anche perchè, sicuramente, nei nostri oceani vivono più delle 200.000 specie conosciute e catalogate dall’uomo.


Questa giornata, dunque, deve indurre ognuno a riflette e analizzare la condizione delle creature marine, a scegliere di proteggerle attraverso dei piccoli ma significativi accorgimenti: ad esempio non buttare nel mare plastica, o non lasciare i rifiuti sulle coste che poi il mare tira a sé e preoccuparsi di fare la raccolta differenziata.

Ogni giorno deve essere il 3 Marzo se si vuole salvare il pianeta dalla morte.

Claudia Colabono.