“Il bisbetico domato”: la pigiatura dell’uva la balla anche Jovanotti

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Di Federica De Candia

Elia è Adriano Celentano. Attacca una corda al letto di Lisa, Ornella Muti, ospite nella sua fattoria per un guasto all’automobile. E con il suo trattore, villano anche nei modi, la traina fino in piazza, alla ricerca di un nuovo alloggio per lei. “Il bisbetico domato“: stasera in tv il film di Castellani e Pipolo del 1980, che fu fuoco e fiamme, nella trama e nella realtà. Il secondo più visto dopo “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi. In programmazione al cinema per quattro mesi di fila. Perché fu boom d’incassi?

Innamorato e bisbetico

Il bisbetico domato, foto Seduction.net

Probabilmente io ci sto, qualcosa do e qualcosa no. Recita la ballata de “Il bisbetico domato“. Il brano “La pigiatura dell’uva” (dall’album omonimo Il bisbetico domato), è la sigla più ritmata mai eseguita, con Adriano vendemmiatore a piedi nudi, con le sue movenze americane più che da contadino. Fu Adriano Celentano, che chiese al fedele amico musicista Detto Mariano, di scricere i testi delle canzoni per il film. Bisognava replicare “Brown Girl in the Ring” dei Boney M, in quanto i diritti per poter inserire il brano erano troppo onerosi. Quella era una canzone tradizionale per bambini giamaicana, trasformata in una hit mondiale del 1978 dal gruppo tedesco. Mariano quindi, s’ispirò al tema richiesto su commissione. In una scena di “Alla salute”, il video ultimo girato da Jovanotti nella Locride, c’è un omaggio alla famosa pigiatura dell’uva di Celentano. Stesso cappello, stesso pantalone corto, e uguali movenze; in una festa di paese, per rievocare la vendemmia più famosa del cinema.

Il bisbetico domato“, fu una pellicola cult, che farà la storia degli anni ’80, prodotta da Mario e Vittorio Cecchi Gori. In cui Shakespeare, viene riveduto e corretto: la ‘bisbetica’ della commedia, diventa lo scorbutico campagnolo-Celentano. Quando incontra una signora in bicicletta che gli dice “Ciao Elia!”, risponde: “Ti ho salutato io?!”. Nel suo mondo agreste di Voghera, non vuole donne. “Mia madre era un uomo alto biondo, uguale a mia nonna.” E quando gli appare sull’uscio di casa, bagnata dalla pioggia, la bella milanese, non si scompone. Il ballerino dai reni fuori posto e menisco rotante sull’uva non ancora mosto, è amaro come il vino che beve. Era previsto anche un sequel, Il bisbetico si ribella” con la regia sempre di Castellano e Pipolo, per il 1987 e mai realizzato. La notizia era contenuta nel libro di Aldo Fittante «Questa è la storia…Celentano nel cinema, nella musica e nella televisione».

La rivelazione dopo anni..

Il contadino orso che fuma la cicoria, è alle prese con la ragazza meneghina, abituata alle comodità, viziata. Ma l’unica possibile candidata a diventare sua moglie, che spaventa mettendosi la dentiera di Dracula. Anche la Mamy (Edith Peters), domestica di colore, non esita a dirgli “Sei proprio uno Zulù“. Celentano trova il pretesto con “Il bisbetico domato“, per dare spazio ai messaggi ecologisti, allora come oggi, nella scena in cui spara ai bracconieri. “Bisogna parlarci con le bestie, non sono mica uomini! Ricordatelo!“. Così dialogherà anche con i corvi convicendoli a trasferirsi in un altro posto. Non è il solito ragazzo ‘occhiolino’ del Clan, o quello dei Rock Boys che suonava la chitarra come Elvis. Adriano si esibisce in una ballata popolare che ha il sapore dei campi che racconta. Tra giri di fisarmonica e note di tarantelle. E l’animo duro cresciuto a pagnotte sarà preda di tentazioni: “Ti dà fastidio che mi spogli?” dice Lisa Silvestri, “No, è che comincio a sentir freddo...” risponde Elia Codogno.

Alcuni paparazzi scattarono sul set delle foto in cui si percepiva la complicità dei protagonisti. La ragazza di città era conquistata dal provinciale, come sul set, Ornella era vinta dal molleggiato. Il cantante di via Gluck, il trainatore di “Azzurro“, lui che prometteva “24.000 baci” a tempo di rock, e nascondeva “Una carezza in un pugno“. Una rivelazione data anni dopo da Celentano, che fece arrabbiare molto Ornella Muti che non era stata avvisata: “Sono rimasta colpita – disse l’attrice ai giornalisti – se aveva proprio intenzione di rivelarlo e necessità di liberarsi del segreto, sarei stata felice di saperlo in anticipo. Però gli uomini sono fatti così. Se ne fregano“. La stessa dichiarò di aver tradito il marito Federico Facchinetti solo quella volta. “Innamorata, incavolata a vita”, è proprio una canzone del film.

Adriano scappava dal set

Quanto zucchero?“, chiede il barista a Elia: “Due zollette dispari“, risponde imperterrito. Il pranzo di Celentano e la Muti al ristorante sul lago, in realtà il fiume Ticino, è “Da Pio” (oggi “Villa Pio” a Somma Lombardo). Ci vollero dieci giorni per girare la scena. Dove Elia rifiuterà un Vino Borgogna del ’74, perchè in quell’anno, dice, c’era stata una grandinata che ne ha distrutto il raccolto. Il proprietario, Giorgio Benedetti, ricorda con entusiasmo i momenti delle riprese, quando Adriano prendeva la Lambretta per lasciare tutti e tornare sul set all’ultimo momento. Insieme alle vecchie glorie Pippo Santonastaso, Sandro Ghiani, Raf Di Sipio, Massimo Mirani, e anche il conduttore Marco Columbro che, al tempo, era sconosciuto. È l’autista che dà un passaggio a Elia e Lisa. Milly Carlucci interpreta Renata, l’amica di Lisa. E compare il cameo di Vincenzo De Toma, nel ruolo del contadino malato, noto a molti come l’imbianchino di una pubblicità.

Io sono nato in una fredda sera di inverno esattamente il 4 agosto alle diciannove e venti ossia otto meno quaranta, in questa stanza… mentre nel piano di sotto mia madre passeggiava nervosamente su e giù fumandosi un sigaro di marca Minghetti”, dice Elia, pastore rock. Adriano Celentano nelle vesti di un San Francesco moderno che parla con gli animali, che gioca a scacchi con il cane, troverà anche, il modo di inserire il suo mestiere nel film: canterà i sentimenti. Nei vinili di repertorio, finirà il brano del film “Se non è amore“. Ubriachiamoci e stordiamoci ai fumi del vino, e del bisbetico e ‘indomabile’ cuore.

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