Il Club del libro Nerd – I Trionfi del vuoto: La nuova alba di Masa

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Di Redazione Metropolitan

Il libro recensito oggi dal nostro “club” è I trionfi del vuoto. La nuova alba, il romanzo d’esordio di Masa, pubblicato per la prima volta nel 2020. L’edizione letta è quella della Acheron Books (2020 – 450 pagine). Tutto merito di sua madre, la quale un giorno, innocentemente, gli chiese: “Perché non scrivi qualcosa?”

I Trionfi del vuoto: La nuova alba – La Trama

Ci troviamo sulla Quinta Luna, un mondo dove un tempo la magia dell’Onda era potente e rigogliosa, mentre oggi, dopo secoli, sembra essersi ormai irrimediabilmente avvizzita e ritirata, lasciando, proprio come l’onda su una spiaggia, soltanto i segni del suo passaggio come flebili solchi. È in questo mondo che assistiamo all’intrecciarsi delle storie di quattro personaggi principali, ognuno dei quali “segnato” da una carta dei tarocchi, la quale sembra proprio essere metafora dei loro destini.

Chi sono? Bronte (L’Erudito), un ciclope un pò diverso dal solito, che ha abbandonato la vita nei campi per dedicarsi allo studio; Torano (Il Condottiero), un guerriero che ha visto massacrare i suoi soldati e ora dovrà riscattare il proprio onore; Lierna (La Reietta), una ladruncola alta, una vittoria, dei bassifondi, ostracizzata per via di uno strano marchio; Ales (Il Maledetto), un fauno ex-capitano costretto all terraferma per via di un oscuro sortilegio. Ognuno porta con sé un suo vuoto interiore, un’assenza, una mancanza, ma sarà solo questo il vuoto che menziona il titolo? Quattro protagonisti, quattro carte pescate e messe in gioco, quattro prescelti che sanciranno le sorti di un mondo alla deriva. 

L’autore

Masa è ovviamente uno pseudonimo, di chi? Non importa, non importa CHI sia, ma COSA faccia. Masa è un vero tuttofare dell’editoria, ma non solo: libraio, writing coach, editor, sceneggiatore di videogiochi, curatore di collana e (infine) scrittore. Per quanto mi riguarda ho imparato ad apprezzarlo per quest’ultima sfumatura della sua anima, complessa e composita. Tra le altre cose è il fondatore di WritingCoach.it e tutor del corso di Alta Formazione “Il piacere della scrittura” presso l’Università Cattolica di Milano. Masa se non fosse un essere umano (ma stiamo verificando), sarebbe probabilmente una penna con braccia e gambe.

I Trionfi del vuoto: La nuova alba – Un commento personale

!Possibili Spoiler!

Si vede che l’opera è stata scritta da qualcuno “pratico” del settore, lo si not soprattutto dalla coerenza interna nell’impianto del worldlbuilding, frutto certamente di un lungo lavoro di autocritica, analisi e soprattutto cura dei dettagli. Ciò è fondamentale quando si innesta la narrazione all’interno di un cosiddetto “secondary world”. I Trionfi del Vuoto: La nuova alba non è di certo un libro scritto di getto, almeno non mi ha trasmesso questa sensazione, l’opera è stata pensata e ripensata nel tempo. Chissà quante volte distrutta e ricostruita. 

Due sono le scelte che ho più apprezzato: la prima è quella “razziale” (perdonatemi il termine, che non vuole essere minimamente dispregiativo), assolutamente non banale, la quale va oltre il mainstream tolkeniano (anche se rispettabilissimo e amatissimo) che vede coinvolti nani, elfi e fate. Qui vengono recuperate creature epiche di un mondo mitico “classico” come ciclopi e fauni; la seconda scelta è la gestione della magia. L’idea di una sorta di radiazione che si consumi nel tempo, quasi come fosse un big bang, la trovo fresca e soprattutto la rende “credibile”, per quanto possa essere credibile un fenomeno fantasy. Anche qui abbiamo un ritorno ad una certa classicità, infatti la magia è connessa agli elementi naturali, è quasi una forza druidica, ma che allo stesso tempo è connessa alle nostre emozioni che fungono da scintilla, da interruttore. L’elemento in più, il vuoto, caro alle tradizioni orientali di stampo taoista e zen. Una magia connessa alla religione, alla filosofia e alla natura, una magia paradossalmente terrena e incredibilmente umana. Come del resto lo sono i personaggi, creature si fantastiche, ma dalla straordinaria umanità. 

Voto 7 (soprattutto per il finale)

“Ora che riusciva a volare senza turbolenze, tutta la stanchezza le calò addosso di colpo. Da quanto non dormiva? Sembrava passato un secolo. Eppure aveva poco da lamentarsi, era stata la sua cocciutaggine a condurla lì, così lontana da casa… L’avrebbe mai rivista?

Dario Bettati

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