La collera di N’Kai è un’opera di Josh Reynolds, facente parte di una serie di romanzi (di cui questo è il primo) basata sul famosissimo boardgame Arkham Horror, che a sua volta trae ispirazione dalle opere del mastro dell’horror H.P. Lovecraft. L’edizione letta è quella Aconyte Books (2021 – 315 pagine), partner di Asmodee, focalizzato sulla “messa in romanzo” degli universi fiction ispirati al mondo del gaming, sia esso videoludico, in scatola o di carte.
La trama in breve
Anni Venti del Novecento. La contessa Alessandra Zorzi, ladra di “fama” internazionale, nonché una moderna avventuriera, giunge in quel di Arkham, cittadina del Massachusetts, per assistere all’esposizione presso il museo di Storia e Archeologia locale di uno straordinario reperto: una mummia meravigliosamente conservata, rinvenuta in Oklahoma. Inutile precisare che le vere intenzioni della contessa consistono nell’impossessarsene.
Alessandra è certamente abile ma, tuttavia, le cose non andranno secondo i piani da lei ben architettati, infatti durante la cerimonia di inaugurazione della mostra vene “battuta sul tempo” da un gruppo di criminali ben armato e senza scrupoli apparenti, innescando così una serie di eventi che condurranno la nostra protagonista a conoscere il lato misterioso ed occulto di Arkham e della Miskatonic University. Azione e soprannaturale si mischieranno in una narrazione in perfetto stile lovecraftiano.
L’Autore
Josh (Joshua) Reynolds è uno degli astri nascenti tra gli autori “di genere”. È autore di numerosi romanzi e racconti brevi di ambientazione Warhammer 40.000, ma è apparso anche in famose antologie a tema lovecraftiano e dell’orrore in generale come Historical Lovecraft – Tales of horror through time e Horror for the Holidays.
La collera di N’Kai: commento personale
La Collera di N’Kai è un’ottima trasposizione “su carta” dell’ambientazione del gioco dal quale trae ispirazione e che strizza, ma con un carattere tutto suo, l’occhio al mondo lovecraftiano: atmosfera e narrazione si mescolano in un cocktail adrenalinico e inquietante allo stesso tempo, con quel tocco di proibizionismo che non fa mai male, il qual aiuta certamente una storia che si basa sul mistero, l’investigazione e il nascondere qualcosa.
Il libro ha quella splendida capacità di attirare il lettore nella storia, pertanto non rischia di diventare uno di quei tomi che prendono polvere sul comodino, anzi… probabilmente chi ama il genere lo terminerà in brevissimo tempo. Basterà superare le prime 20 o 30 pagine per iniziare a percepire una sorta di effetto calamita. VOTO 6,5.
Dario Bettati