Al cinema “Il colpo del cane” di Fulvio Risuleo con Daphne Scoccia, Silvia D’Amico ed Edoardo Pesce.
Gli antichi romani prevedevano il futuro lanciando tre dadi, la combinazione considerata più sfortunata era uno, uno, uno ovvero niente di ciò che desideri si avvererà. Una terna numerica propiziatoria e devastante dalla potenza taumaturgica pari, se non superiore a quella di un venerdì diciassette o di un gatto nero pedone frettoloso. Questo tiro sfortuito, capace di abbattere qualsivoglia spirito e determinazione è chiamato “il colpo del cane”.
Da questo arcaico concetto parte l’opera seconda di Fulvio Risuleo intitolato per l’appunto “Il colpo del cane”. Risuleo si impone alla regia con storie che rappresentano l’assurdo e l’inimmaginifico a partire dal cortometraggio “Lievito madre” in cui un pianista avvia una relazione fedifraga con mezzo kilo di lievito fino alla sua opera prima in cui conduce un viaggio surreale sui tetti di Roma. “Il colpo del cane” rasenta l’onirico per avvicinarsi alla realtà crudele e imponderabile. Una coppia Rana (Silvia D’Amico) e Marti (Daphne Scoccia) avviano un’attività di dog-sitter accudendo per quarant’otto ore un bulldog francese appartenente ad una ricca taccagna e megera (Anna Bonaiuto). Marti durante una pausa al giardino di Vittorio Emanuele viene irretita da uno stravagante veterinario che le propone di far accoppiare la sua cagnetta sotto lauto compenso. Marti accetta e insieme alla ragazza vanno a consumare l’affare, ma una serie di eventi più grandi di loro sovrastano le verdeggianti aspettative della coppia.
Seppur compita è già intensa questa è la prima delle due parti in cui è diviso il film. Perché come fosse un risciacquo a cent’ottanta gradi si torna indietro e si narrano le avventure di un terzo protagonista l’affabile Dr. Mopsi che veterinario, anzi, “veterinaio”, come attestato nel suo biglietto da visita non è, né tantomeno amante dei cani, ma è un trasandato studente di matematica portato da un’indigenza che lo assilla e da una serie avvilente di eventi a compiere gesta cucite dalla disperazione. Un action-movie borgataro in cui i fatti sovrastano le parole che potrebbero essere ridotte notevolmente di fronte ad un film che fa dell’azione il suo perno. Eccentrica e godibile questa pochade fumettistica con personaggi caricature di sé stessi , in cui Ugo, il bulldog francese, rivela elevate doti istrioniche.
“Il colpo del cane”, un film che seppur concitato mantiene una dose di lungaggine dettata da una tripofobia contenutistica che grazie alla trama però non scade nel soporifero. “Il colpo del cane” di Fulvio Risuleo prodotto da Tim Vision e distribuito da Vision Distribution per chi aspira al grottesco e si accontenta di esserne spettatore.