Il consiglio dei commissari Ue riunito a Strasburgo ha redatto una comunicazione congiunta sui rapporti tra Unione Europea e Cina
Il testo, spedito al Parlamento e al Consiglio Europeo, oltre che al Consiglio per la visione dei rapporti strategici tra Ue e Cina, contiene alcune raccomandazioni per gli Stati Membri sulla politica da perseguire nelle relazioni commerciali con Pechino.
Prudenza e circospezione nei confronti della Cina permeano l’intero documento, al punto che appare abbastanza evidente come l’intento sia quello di ribadire agli Stati Membri quale sia la corretta strategia geopolitica da intraprendere con il governo cinese.
D’altronde, le parole con cui Antonio Tajani, presidente del parlamento UE, presenta il documento, non lasciano molto spazio all’interpretazione.
“Oggi il Parlamento europeo si esprime in maniera molto chiara sulle relazioni con la Cina, anche la Commissione Ue sta per approvare un documento, noi siamo stati molto chiari: attenzione, non possiamo diventare una nuova colonia dell’impero cinese, abbiamo il dovere di reagire e di difendere i nostri interessi, politici, economici ed industriali”
La preoccupazione maggiore agli occhi del commissario Europeo sarebbe quella di permettere, attraverso accordi economici troppo spinti con Pechino, un dumping commerciale che darebbe il via a una progressivo spostamento degli asset economici fondamentali dall’Eurozona verso l’Asia.
Un’attenzione particolare viene dedicata al 5G, la connessione dati di una nuova generazione lanciata dalla Cina che sarà disponibile nel 2020. I commissari europei sottolineano infatti come nella gestione di un’infrastruttura informatica così delicata, sia necessario un approccio geopolitico comune a tutti gli stati membri.
I moniti di Tajani e Katainen verso l’Italia
Nonostante nel documento non si faccia mai alcun riferimento esplicito all’Italia, diversi sembrano i moniti lanciati in tal senso da esponenti Ue.
Le tensioni con il governo italiano nascono dall’annuncio da parte dell’esecutivo di voler siglare una nuova intesa commerciale con la Cina. L’accordo riguarda la realizzazione della nuova “Via della Seta”, un progetto fortemente voluto da Pechino per connettere economicamente Africa, Europa e Asia.
Nonostante siano diversi gli stati europei ad aver già stretto accordi di questo genere con il governo cinese, va detto che l’Italia sarebbe il primo paese del G7 ad avviare un’intesa commerciale di questo rilievo con la Cina.
Intervistato a riguardo, Tajani afferma che:
“Io difendo la sovranità dell’Italia e dell’Europa, non possiamo accettare di svendere il nostro debito pubblico ad una potenza straniera e mi fa specie che un governo come quello italiano che dice di essere sovranista e di mettere gli italiani innanzitutto sia pronto ad alzare le mani di fronte ad un’offensiva cinese“
Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione Europea, ritiene “potenzialmente positivo” il progetto della Nuova Via della Seta, aggiungendo però che:
“Tutti gli Stati membri che si stanno impegnando in tal senso devono ricordarsi che abbiamo le nostre regole sulla trasparenza e la concorrenza, quindi gli appalti pubblici devono essere aperti a tutti”
L’uomo chiave per il governo italiano in questa vicenda è stato Michele Geraci, sottosegretario allo sviluppo economico. A partire da Agosto 2018, Geraci ha diretto una task force governativa con lo scopo di consolidare nel medio termini i rapporti economici e diplomatici tra il governo italiano e cinese.
La reazione dell’ambasciata americana e le dichiarazioni di Matteo Salvini
Fonti dell’ambasciata statunitense riferiscono di una profonda preoccupazione degli Stati Uniti per le conseguenze geopolitiche di questo accordo Italia-Cina. L’invito che sembra sia stato rivolto al governo da parte dell’ambasciata , è quello di analizzare in maniera più approfondita questo genere di accordi commerciali.
Per il Ministro degli Interni Matteo Salvini non vi è invece alcuna ragione di preoccuparsi. Nelle sue dichiarazioni a margine del tour elettorale in vista delle regionali in Basilicata, afferma che:
“Non abbiamo pregiudizi,siamo favorevoli al sostegno e all’apertura dei mercati per le nostre imprese. Altre però sono le valutazioni, sempre attente, che occorre fare in settori strategici per il nostro Paese come telecomunicazioni e infrastrutture”.