Ora è ufficiale: dopo aver ottenuto la maggioranza in Senato, i repubblicani mantengono quella della Camera dei rappresentanti. Donald Trump si assicura così il controllo dell’intero Congresso per il suo secondo mandato. E’ quello che nel gergo politico di Washington viene indicato come «tripletta di governo», quando il partito del presidente controlla anche entrambe le camere del Congresso. I repubblicani hanno consolidato la loro presa sulla Camera dopo aver mantenuto alcuni seggi cruciali in Arizona e California e sconfitto i democratici in carica nei distretti chiave: alla fine si sono aggiudicati 218 seggi contro i 208 dei democratici. Alle elezioni del 5 novembre si votava anche per rinnovare tutti i 435 seggi della Camera, come succede ogni due anni, e 34 dei 100 seggi del Senato. La vittoria dei Repubblicani al Senato era considerata sicura ed è stata confermata piuttosto rapidamente, mentre alla Camera la situazione è rimasta in bilico per oltre una settimana a causa del conteggio a rilento in 16 distretti, di cui nove in California.
Per Trump ora sarà più facile realizzare le sue grandi promesse: dalla grande deportazione di migranti, ai dazi sulle importazioni estere e dal ritiro delle protezioni ambientali ai tagli fiscali. Poter raggiungere questi obiettivi attraverso leggi parlamentari renderà tali piani molto più difficili da ribaltare nei tribunali, come avvenuto nel primo mandato, quando Trump è ricorso ampiamente a ordini esecutivi che sono stati impugnati spesso con successo.
Cosa vuol dire avere avere la maggioranza alla Camera e al Senato?
Avere la maggioranza alla Camera e al Senato ha grosse ripercussioni sui margini di azione del presidente: negli Stati Uniti tutte le leggi devono essere approvate sia dalla Camera che dal Senato, e quest’ultimo deve anche approvare le nomine di giudici e segretari. Non avere la maggioranza, oppure averne una molto risicata, e lavorare con un Congresso diviso e le due camere controllate da partiti diversi può mettere in difficoltà il presidente e complicare il processo legislativo. Al contrario, con un Congresso saldamente a maggioranza Repubblicana, Trump potrà governare in modo molto più agile
Il controllo totale del Congresso un tempo era comune, ma negli ultimi decenni è diventato più raro e più breve. Spesso, il partito al potere lo perde nelle elezioni di midterm. Sia Trump che Joe Biden ne hanno goduto durante i loro primi due anni alla Casa Bianca, ma hanno anche visto che tale controllo non significa che un presidente possa ottenere ciò che vuole.
I leader Repubblicani hanno già detto che intendono sfruttare la maggioranza al Congresso per iniziare ad approvare rapidamente alcune leggi, tra cui un grosso taglio delle tasse per gli americani più ricchi e misure molto più rigide per impedire l’immigrazione irregolare dal confine meridionali. Non sarà comunque scontato, visto che alla Camera c’è una buona parte di deputati Repubblicani che hanno un orientamento più moderato di Trump. I problemi tra questi ultimi e i deputati più vicini a Trump si erano già visti negli scorsi due anni
Per esempio il piano di Trump di abrogare l’Obamacare nel suo primo mandato è fallito quando un senatore del suo stesso partito, John McCain, si è rifiutato di votarlo. Inoltre, il tycoon non era riuscito a far passare un disegno di legge sulle infrastrutture.
Uno dei principali ostacoli è che le proposte di legge del Senato richiedono una maggioranza di tre quinti, o 60 voti, per aggirare l’ostruzionismo. Con 52 seggi su 100 al Senato anche questa volta Trump è sotto questa quota.