Tokyo 2020: il coraggio di Simone Biles

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Di Francesca Mazzini

La campionessa Simone Biles è riuscita a conquistare la medaglia di bronzo alla trave dopo il ritiro dalle gare nei giorni scorsi alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Con le dichiarazioni riguardo la sua salute mentale ha spezzato molti tabù nel mondo dello sport.

©Natacha Pisarenko

“Nessuna medaglia conta più della salute”

La ginnasta 24enne nei giorni scorsi aveva scelto di ritirarsi dalle competizioni di Tokyo 2020 a causa di un problema di salute. Durante gli allenamenti infatti si era accorta di avere dei “twisties“, una sorta di blocco mentale che fa perdere la capacità di orientamento in volo mentre si eseguono gli esercizi.

Ritirarsi è stata una decisone sofferta e difficile, soprattutto quando sai che milioni di persone ti guardano e fanno il tifo per te. Simone invece ha scelto di parlare dei suoi problemi, avendo il coraggio di affrontare le conseguenze.

In un’intervista ha dichiarato: “Non è stato facile per me ritirarmi da quelle gare. Fisicamente e mentalmente non ero nella giusta condizione e non volevo mettere a rischio la mia salute. Non vale la pena. la mia salute fisica e mentale sono più importanti delle medaglie che potrei vincere.”

Nello specifico i twisties consistono in un’improvvisa dissoluzione del senso dello spazio; sono attimi folli dove l’individuo non ha più alcun controllo sul proprio corpo. La comunità scientifica ancora non ha certezze riguardo le cause scatenanti: l’ipotesi più probabile è che l’evento trigger sia legato a gravi traumi emotivi.

E Simone di certo non ha avuto una vita semplice. Nel 2018 dichiarò di essere stata vittima di abusi sessuali continuativi da parte dell’ex medico della nazionale Usa Larry Nassar, insieme ad altre 160 atlete. Nei giorni scorsi ha detto di aver avuto un lutto in famiglia. Simone Biles è un prezioso esempio di rinascita.

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Simone Biles, risorgere come una fenice

Nonostante tutto, Simone Biles il 3 agosto torna in gara e conquista la medaglia di bronzo alla trave con un punteggio di 14.000. Dopo la vittoria la campionessa americana ha detto: “Non mi aspettavo di prendere una medaglia, pensavo solo a gareggiare per me stessa. Mi è stato dato l’ok la notte scorsa, abbiamo quasi mancato la scadenza. Dopo l’allenamento ho seguito due sessioni con uno psicologo sportivo che mi ha aiutato molto. Il problema principale è stato capire perché il mio corpo e la mia mente non lavoravano più in sincro. E’ stato davvero difficile da gestire. Non capivo dove i fili si fossero sconnessi”.

Simone è riuscita a vincere una medaglia molto importante. La sua più grande vittoria in queste Olimpiadi è stata sicuramente il coraggio di parlare della sua salute mentale e fisica, senza vergogna. Ha dichiarato infatti: La mia esperienza almeno è servita per parlare dei problemi mentali. Dobbiamo concentrarci su di noi come esseri umani, non solo come atleti, altrimenti perdiamo la nostra umanità”.

Questa ragazza è diventata un esempio per tanti atleti che vivono costantemente nella paura di mostrare le proprie fragilità, perché altrimenti additati come deboli.

L’augurio per Simone è quello di continuare a splendere, mentre quello per il mondo dello sport è di diventare sempre più sensibile e inclusivo.