La Maison d’alta moda Chanel da qualche anno organizza degli incontri intellettuali per affrontare tematiche culturali di attualità. Quest’anno si è svolta la quarta edizione dei Literary Rendezvous at rue Cambon, presso la Somerset House, uno dei più famosi centri artistici di Londra. Il tema principale è stato il femminismo e l’autrice prescelta Virginia Woolf.
I rendez-vous letterari alla Maison Chanel: Virginia Woolf
L’Ambasciatrice e portavoce della Maison, Charlotte Casiraghi, ha invitato la scrittrice Jeanette Winterson a rendere omaggio a Virginia Woolf. L’attrice e Ambasciatrice Chanel, Keira Knightley, ha aperto l’incontro con un estratto di Professions for Women, un discorso tenuto da Virginia Woolf alla National Society for Women’s Service nel 1931.
I rendez-vous nascono dall’idea di immaginare una conversazione tra una scrittrice, in questo caso la Woolf, e la fondatrice della Maison, Gabrielle Chanel. Il risultato è la creazione di una sorta di club del libro, estremamente elegante e raffinato.
Il fil rouge tra letteratura e moda è il femminismo. La Woolf nei suoi scritti e in particolare in Professions for Women parlava della lotta per l’occupazione femminile, cercando di abbattere gli stereotipi che nella sua epoca affliggevano le donne: mogli, madri e figlie sottomesse interamente agli uomini.
Le donne erano destinate a una vita priva di controllo e di autodeterminazione, senza mai avere la possibilità di pensare e agire con la propria testa. Scagliandosi contro la figura dell’angelo del focolare, Virginia Woolf sosteneva il diritto al lavoro delle donne, raccontando la sua esperienza in prima persona. La scrittura è un mestiere a tutti gli effetti, un’occupazione che le donne possono intraprendere senza problemi e limiti, non essendo destinate esclusivamente alla lettura/scrittura di romanzi rosa.
Coco Chanel: l’emancipazione femminile nell’alta moda
Dello stesso avviso era Gabrielle Chanel, che affermava sempre: «I libri sono stati i miei migliori amici». La stilista riconosceva il ruolo rivoluzionario della moda: gli abiti per Coco Chanel, infatti, non sono mai stati semplici ornamenti ma molto di più, erano mezzi attraverso i quali le donne potevano esprimere le proprie idee, la propria personalità e quindi la propria libertà.
L’utilizzo dei pantaloni da parte delle donne come abbigliamento pratico da tutti i giorni si deve proprio alla fondatrice della Maison, che voleva che le sue clienti potessero sentirsi libere e comode allo stesso tempo.
L’idea di immaginare Gabrielle Chanel e Virginia Woolf conversare sedute in un caffè, come era usanza delle personalità più in vista del Settecento e dell’Ottocento, è incredibilmente romantica. Di quali argomenti avrebbero parlato due donne così moderne e rivoluzionarie? Sicuramente sarebbe stato un incontro intellettuale estremamente interessante, all’insegna del progresso, dell’arte e dell’emancipazione femminile.
Francesca Mazzini
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