Claudia Gerini e Carlo Verdone, colleghi e coppia inseparabile sullo schermo, li abbiamo visti spesso anche alle premiere molto uniti ma la conferma della loro storia è cosa assai recente. La Gerini ha, infatti, raccontato: “Ero innamorata di Verdone da sempre…”, e l’attrice racconta di come la loro storia sia nata sul set del loro secondo film insieme ‘Sono pazzo di Iris Blond’:
“Abbiamo fatto due film di seguito. C’è sempre una sorta di transfert col regista, anche perché io ero single in quel momento. Questa grande intesa si è trasformata in un flirt”
Dopo ‘Viaggi di nozze’ Claudia Gerini e Carlo Verdone furono di nuovo i due protagonisti assoluti di ‘Sono pazzo di Iris Blond’ dove il protagonista, innamorato della carismatica Iris la vede, nel finale, raggiungere la fama e abbandonarlo al suo destino di musicista sconosciuto. Claudia Gerini racconta di come la passione fra i due sia esplosa durante il film del ‘96 e di come, però, nessuno dei due fosse pronto per una storia seria:
“ci siamo avvicinati per un periodo, però abbiamo capito che non eravamo pronti per una relazione. Forse più io non ero nelle condizioni di intraprendere una convivenza o una relazione seria”.
Al di là del suo rapporto con Carlo Verdone, Claudia Gerini ha sposato Alessandro Enginoli nel 2002 con cui ha avuto una figlia, Rosa, oggi 16enne. In seguito ha intrapreso una nuova relazione con Federico Zampaglione, papà della sua Linda, di 11 anni. I due si sono lasciati nel 2016, e oggi Claudia si dedica ai suoi impegni da mamma: “Sono grata alla vita, sono circondata da persone che mi vogliono bene, ho le mie figlie”. Verdone, dal canto suo, è diventato nonno, e aspetta di poter trasmettere a suo nipote la passione per il cinema. Di questa nuova esperienza, il regista ha parlato in un’intervista del 24 marzo a Fanpage.it, senza nascondere il suo rammarico per le opportunità di condivisione che in questo periodo gli sono state negate: “Sta diventando un giovane uomo in un’epoca in cui i cinema sono chiusi”, spiega nonno Carlo. “È blasfemo affermare che dobbiamo sbrigarci a uscire presto da questa pandemia anche per questo? Affinché nella carezza della memoria siano ricomprese anche le nuove generazioni e le nuove generazioni possano partecipare alla costruzione della memoria di tutti. Cosa in cui il cinema, come il teatro, i libri e l’arte in generale, svolgono un ruolo a dir poco fondamentale”.