Stasera in prima serata, su Italia 1 andrà in onda “Il giallo di Ponza”, lo speciale de “Le Iene” dedicato al giovane Gianmarco Pozzi e alla tragica vicenda della sua morte, su cui sembra non si sia ancora fatta luce. Con contenuti inediti, interviste, testimonianze e immagini, lo speciale, condotto da Giulio Golia e scritto da Francesca Di Stefano , tenterà di ricostruire quanto successo la notte del 9 agosto del 2020, giorno in cui il ragazzo perse la vita.
Gianmarco, che era anche un campione di kick boxing, lavorava nei mesi estivi come addetto alla sicurezza in alcuni locali. Quella notte venne trovato cadavere alla fine di un terrazzamento, dopo un volo di 3 metri. Una disgrazia che all’inizio sembrava essere stata un incidente, ma che poi, con il passare dei giorni, ha assunto contorni molto diversi, e sempre più inquietanti. In un primo momento la morte del ragazzo è stata infatti descritta come una caduta avvenuta dopo una corsa in preda al delirio da cocaina, sostanza di cui Gianmarco faceva uso; poi è stato ipotizzato fosse invece stato picchiato e ucciso, forse nell’ambito di una spedizione punitiva che potrebbe essere collegata all’attività di gruppi di spacciatori sull’isola. Alla famiglia, che non ha mai smesso di cercare una verità plausibile, restano ancora molte domande e troppi dubbi su quello che è successo quella sera.
“Il Giallo Di Ponza”, lo speciale de Le Iene in onda stasera su Italia 1 sul caso di Gianmarco Pozzi
Nello speciale si proverà a ricostruire i fatti, ripercorrendo quanto sarebbe accaduto, attraverso testimonianze esclusive e inedite su presunti giri di droga e presunti debiti che sarebbero maturati in ambienti particolari. Si sentiranno tutte le registrazioni girate sul posto il giorno dopo l’accaduto e realizzate da una delle sorelle della vittima con lo scopo di aiutare le indagini. Spazio, inoltre, alle dichiarazioni del professor Vittorio Fineschi, ordinario di Medicina legale alla Sapienza (noto alle cronache per essere stato il consulente della famiglia Cucchi, ndr.), che, pochi mesi dopo la vicenda, consegnò alla Procura di Cassino un supplemento di 33 pagine alla sua prima relazione che indagava per omicidio e non per “morte accidentale”, affermando:
“Chiudere il caso dicendo che è caduto in preda a un delirio da cocaina? Non c’è evidenza scientifica. Le indagini tossicologiche che ci dimostrano il tasso di cocaina, non ci possono indurre a dire che lui si è messo a correre scompostamente in un campo fino ad arrivare al muretto e precipitare di sotto. Dobbiamo ipotizzare che corresse, che è caduto, che si è arrotolato in questo campo, che poi si è rialzato, è andato ad impattare. Puoi capire che diventa una cinematica un pochino troppo cinematografica.”
In onda, infine, sia la lunga intervista fatta ad Alessio, il compagno di stanza e testimone degli ultimi istanti di vita di Gianmarco, che quelle realizzate a tutti i suoi amici e coinquilini dell’abitazione di Ponza, le cui versioni non sembrano coincidere del tutto.
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