Andrés Manuel López Obrador e Alejandro Giammattei, hanno formulato le loro scuse al popolo Maya per i terribili abusi commessi da individui e potenze nazionali e straniere durante la conquista, i tre secoli di dominio coloniale e i due secoli di Messico indipendente.

Lopéz Obrador e Giammattei chiedono scusa ai Maya per il razzismo e la discriminazione

Ieri, con l’arrivo dei 500 anni dalla Conquista, su iniziativa del Presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador e del Presidente del Guatemala, Alejandro Giammattei, in Quintana Roo durante la cerimonia per l’anniversario, il governo messicano ha riconosciuto il razzismo e la discriminazione che la comunità Maya ha subito e subisce ancora riferendosi in particolar modo alla Guerra delle caste del XIX secolo.

La Guerra delle caste ebbe inizio con la rivolta del popolo Maya della penisola dello Yucatan contro la popolazione di discendenza europea chiamata Yucatecos che controllava da tempo la politica e l’economia della regione. La guerra terminò ufficialmente nel 1901 quando l’esercito messicano occupò Chan Santa Cruz e sottomise la zona circostante.

Il treno Maya, il progetto di punta del governo messicano che non piace

Durante la celebrazione, Lopéz Obrador ha anche parlato del Treno Maya, progetto di punta dell’attuale governo messicano, che però ha scatenato innumerevoli fischi da parte dei partecipanti e che vede le proteste da parte delle popolazioni indigene.

Il governo del Messico ha dato via alla sua costruzione nel 2020 ma diverse organizzazioni, come si apprende dall’Ansa, rifiutano il progetto sostenendo che causerà danni all’ambiente e a diverse comunità indigene in questa regione.

Il progetto del treno Maya prevede 1500km di rotaie che attraverseranno Chiapas, Tabasco, Campeche, fino alla penisola che si affaccia sul Golfo e i Caraibi. Sarà la linea che legherà il sud all’est, un’opera che verrà a costare tra i 6 e i 7 miliardi di dollari e che prevede la deforestazione di 80 ettari di verde.