De-Siderale è il secondo atto di una trilogia che s’intitola Mare Anarchico, ed è andato in scena lo scorso weekend al Teatro Studio Uno di Roma, dopo 12 mesi di residenza artistica della compagnia napoletana nel teatro di Torpignattara.
Il testo di Giuseppe Maria Martino e Dario Postiglione porta in scena la vicenda realmente accaduta di un trentenne friulano che si toglie la vita nel 2017, e morendo lascia una lunga lettera che è una sorta di manifesto generazionale contro un sistema che delinea un futuro che non corrisponde a quello promesso. A rincorrersi dentro un intreccio di ricordi ci sono la madre di Michele e Michele stesso – anzi il fantasma di lui – interpretati rispettivamente da Lauraluna Fanina e Angela Dionisia Severino.
Lo scenario è quello della cameretta di un uomo che vive ancora con madre, la cameretta di un uomo adolescente. Le forze dell’ordine che arrivano sul luogo del suicidio inanellano i tratti del suicida attraverso gli oggetti superstiti (i fumetti, la carta igienica con le scritte incomprensibili, qualche romanzo); e il letto a castello che occupa gran parte della scena è il transatlantico disperso in mare su cui il suicida va alla deriva. Assistiamo al racconto desolante della madre che ripercorre la vita sua e del figlio attraverso eventi dolci e goffi (un amore universitario, l’abbandono degli studi, l’abbandono). Il figlio non riesce a trovare il proprio spazio nel mondo, ad accettare la gabbia. Quindi il suicidio, la lettera, che va su tutti i giornali, i commenti della gente del paese, i commenti degli esperti in tv, l’impotenza della maternità di fronte alla spietatezza dei propri stessi figli, le responsabilità della politica, il lutto.
È densa questa drammaturgia, che mischia le carte e sale e scende in una interessante selezione di livelli. Il monologo resta comunque spazio privilegiato dentro cui far passare lo spettatore, e la presenza e assenza di Michele stesso, che entra e esce dalla scena come l’ombra di stesso a ossessionare la madre, aiuta la messa in scena a caricarsi di una sorta di misticismo da casa dispersa in una pianura nel nord Italia.
Puntellato da incursioni musicali – ovvero da vere e proprie canzoni che appartengono a generi diversi – lo spettacolo sposta continuamente lo spettatore, e lo mette di fronte alle varie facce di quel prisma buio che è il suicidio. Le attrici si muovono con agilità dentro ai fatti, e il lavoro si illumina e si spegne a comando. Il tutto ha un’estetica propria, e Giuseppe Maria Martino e Lauraluna Fanina costruiscono una poetica autentica, senza sciatterie, maneggiando con rispetto un fatto di cronaca.
De-Siderale
secondo atto di
Mare Anarchico. Trilogia della nuda vita
di Giuseppe Maria Martino e Lauraluna Fanina
regia Giuseppe Maria Martino
con Lauraluna Fanina e Angela Dionisia Severino
Dramaturg Dario Postiglione
Scene Simona Batticore
Luci Sebastiano Cautiero
Suono Mauro Varchetta
Organizzazione e distribuzione Emanuele Sacchetti
Foto di scena Armando Francesco Serrano
Produzione Teatro Studio Uno
co-produzione Casa del Contemporaneo
con il sostegno di Ex Asilo Filangieri di Napoli
si ringrazia Vincenzo del Prete per la supervisione artistica