Chi sono i delusi del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio?
Il Movimento Cinque Stelle ha deluso una parte dei suoi elettori ed è chiaro già da diversi mesi. Soprattutto per quanto riguarda coloro che, nel passato, avevano principalmente sostenuto posizioni di sinistra, i quali hanno mal digerito l’alleanza con la Lega. In fondo, l’unica motivazione alla base dell’accordo di Governo che possa trovare giustificazione è legata meramente ai numeri dei parlamentari. Sulla maggior parte delle questioni, soprattutto quelle di maggior rilevanza, le posizioni sono diametralmente opposte.
Il Movimento Cinque Stelle ha deluso però anche tutta quella folla di elettori provenienti dal mondo della cultura. E’ di pochi giorni fa l’appello di Fiorella Mannoia (prima sostenitrice grillina) a votare “La Sinistra” ed è di oggi qella di un’importante personalità della sociologia, Domenico De Masi. Quest’ultima assume però una rilevanza notevole, in quanto consulente nei mesi passati sui temi riguardanti il lavoro di Luigi Di Maio stesso.
La perdita di credibilità nel mondo accademico
Il problema principale di questa abiura, insieme a quella simultanea del politologo Aldo Giannuli, è la perdita di credibilità all’interno del mondo accademico. Una delle critiche principali mossa al Movimento è appunto quella di avere un alto numero di parlamentari con poca esperienza. Tuttavia, se fino a pochi mesi fa la critica era respinta grazie all’appoggio di una parte del mondo universitario, anche questo bastione difensivo pare perdere a poco a poco i pezzi. Questo allontanamento penalizza di conseguenza anche la visione che l’elettorato ha del partito, sfiduciato da coloro che hanno competenza in materia.
Il problema del 4 marzo: l’Italia spaccata in due
Ulteriore problematica nata all’interno del Movimento (ma per par condicio, anche della Lega) è l’alleanza proprio insieme al partito che ha vinto dove la loro politica è stata rinnegata. Mentre infatti nel Sud Italia il Movimento è stato eletto quasi tramite plebiscito, il Nord Italia ha puntato maggiormente su politiche di destra. In particolar modo, con una grossa spinta della Lega (che nel nome aveva anche la parola “Nord”, fino a due anni fa). Questo fatto, legato alle scelte di apertura verso tali politiche pur di governare, ha sfiduciato molti di coloro i quali si sono sentiti traditi da questa scelta, poiché vista come alleanza con il nemico. Un tradimento che, per altro, che lascia ben poche speranze di ricucitura del rapporto.