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Home Attualità Approfondimenti

Il muro che divide Usa e Messico protagonista dell’orrore

Redazione Metropolitan by Redazione Metropolitan
2 Aprile 2021
in Approfondimenti
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Il confine tra il Messico e gli Stati Uniti d’America divide i due paesi da Oceano a Oceano, percorrendo in totale 3.169km – secondo i rapporti dell’International Boundary and Water Commission – attraversando territori di diversa conformazione, aree urbane e desertiche. Lungo la frontiera, nel 1990 – quando si adattò la strategia della “prevenzione oltre la deterrenza” – venne costruita la barriera di separazione detta anche muro messicano o muro di Tijuana: in Messico, però, viene chiamato muro della vergogna. Il suo obiettivo è quello di impedire agli immigrati illegali di oltrepassare il confine statunitense. Fu durante la presidenza di George H. W. Bush che iniziò la costruzione, di cui il primo tratto completato nel 1993 (i primi 23 km). E nel ’94 la barriera fu sviluppata ulteriormente con la presidenza Clinton, che aggiunse una presenza fissa di forze di polizia al confine. Più recentemente, fu Trump, durante la sua campagna elettorale, a parlare della costruzione di un vero e proprio muro, con la volontà, tra le altre cose, di voler addossare il pagamento al Messico, puntando a coprire esattamente la metà del confine. Oggi, il muro è lungo circa 930km, fatto di lamiera metallica sagomata, alta dai due ai quattro metri: l’altezza dalla quale, nella serata di martedì – come riportato dalla BBC – sono state gettate le due bambine di 3 e 5 anni ecuadoriane, che – come tanti altri minori – avevano intrapreso il viaggio per raggiungere gli Stati Uniti e iniziare una ‘nuova vita’. Una scena ripresa da due telecamere di videosorveglianza in cui si nota come le due bambine vengano sollevate e lasciate cadere dalla cima del muro, per poi essere raccolte da alcuni agenti delle forze dell’ordine. I responsabili sono due trafficanti che avrebbero scalato la barriera di confine insieme alle due bambine, per poi lasciarle cadere nel vuoto, nel bel mezzo dl deserto del New Mexico, e fuggire. A condividere il filmato su Twitter è stata Gloria I. Chavez, capo della pattuglia di frontiera di El Paso. Gli agenti hanno preso le due bambine, abbandonate, tra l’altro, a miglia di distanza dalla residenza più vicina, e le hanno portate in via precauzionale in un ospedale locale, dove non risultano in pericolo di vita. Al momento sono sotto la custodia della polizia locale, mentre si lavora per identificare i responsabili.

Il muro delle sofferenze in Messico

Il muro è un posto dove ogni anno passano milioni di persone, di cui tanti illegalmente, portandosi dietro storie e sofferenze. Perché i messicani che sperano di entrare nel territorio statunitense sono tanti. E lo fanno per migliorare le proprie condizioni di vita: ogni anno molti di loro vengono catturati dalle forze dell’ordine che sorvegliano il confine. Secondo gli ultimi dati, a febbraio di quest’anno sono stati più di 100mila quelli arresti al confine, tra cui 70.000 adulti soli, quasi 20.000 persone con famiglia e ben 9.457 minori non accompagnati. Da decenni è un argomento sensibile, perché strettamente legato alle posizioni sull’immigrazione: secondo alcune stime, dal 2005 ad oggi gli Stati Uniti hanno preso 132 miliardi di dollari per rafforzare la sicurezza. L’approccio politico verso questo confine divide i due principali partiti: i Repubblicani vorrebbero aumentare le misure di sicurezza per renderla più impenetrabile, avallando problemi di sovraffollamento e di traffico di droga, nonostante questo non sia il problema principale. Mentre i Democratici vorrebbero attuare una profonda riforma dell’immigrazione. “Siamo andati ben oltre quello che ci era stato chiesto. Abbiamo fatto tutto quello che avevano domandato. Ma in futuro vorranno una recinzione più alta, magari un fossato, e magari dei coccodrilli dentro al fossato”, aveva detto Obama durante la sua presidenza, in riferimento alle posizioni dei Repubblicani. Sicuramente oggi il problema del muro rappresenta una delle sfide più immediate per la Casa Bianca, che sta scatenando peraltro una polemica politica proprio dovuta ai Repubblicani che criticano l’eccessivo allentamento del governo di molte delle severe politiche di confine dell’amministrazione Trump, sostenendo che le mosse abbiano invogliati i migranti ad attraversare il confine illegalmente. Dalla primavera scorsa gli attraversamenti sono aumentati a causa del peggioramento della povertà, della carestia e della violenza in America Centrale. Ma i il problema più grande riguarda i bambini non accompagnati. L’amministrazione Biden ha scelto di non continuare ad espellere quelli che viaggiano da soli, facendo riferimento alle leggi che offrono loro particolari protezioni. Eppure quel muro continua a non avere senso. Storicamente sono stati costruiti per essere prima scavalcati, poi abbattuti. Ma quel giorno qui non è ancora arrivato.

Francesca Perrotta

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