Dopo il ‘no’ della Lega al super green pass per i servizi, il governo si ricompatta e vota unanime il via libera al decreto che introduce una ulteriore stretta anti Covid, prevedendo l’obbligo vaccinale per gli over 50.
Al termine di una lunga giornata di riunioni (prima la cabina di regia, poi l’incontro con le Regioni e infine il Cdm il cui inizio slitta di un’ora), passa infine la linea dura, anche se non durissima, come avrebbero invece voluto lo stesso premier Mario Draghi, il Pd, Italia viva e Forza Italia.
Ma le perplessità avanzate dal Movimento 5 stelle e la contrarietà della Lega – che però ‘cede’ sull’obbligo vaccinale per gli over 50, mentre il partito di via Bellerio avrebbe voluto che la misura riguardasse solo gli over 60 anni – prevalgono e si sceglie la mediazione (del premier) di far scattare le nuove misure per gli over 50 (Forza Italia aveva invece proposto di fissare l’asticella dai 40 anni in su) e di eliminare dalla bozza del testo del nuovo decreto le norme relative alla certificazione verde rafforzata obbligatoria per accedere alle banche, agli uffici pubblici, ma anche ai servizi alla persona (non essenziali) come il parrucchiere e l’estetista, i centri commerciali, inizialmente previste.
Le nuove norme prevedono l’obbligo di greeen pass rafforzato (che si ottiene solo con il ciclo completo di vaccinazione o con la guarigione da Covid) per tutti i lavoratori over 50, mentre si introduce l’obbligo vaccinale per i 50enni che non lavorano.
Nel testo c’è anche che, a partire dal 15 febbraio, i lavoratori pubblici e privati, compresi i lavoratori in ambito giudiziario e i magistrati, che hanno compiuto 50 anni per andare al lavoro dovranno esibire il Super Green pass, che si ottiene con il vaccino o con la guarigione dal Covid. Chi non lo ha, è assente ingiustificato e perde tutta la retribuzione. Tutte le imprese potranno sostituire i lavoratori sospesi perché sprovvisti di certificazione verde Covid. Viene cioè estesa la misura inizialmente prevista per le Pmi fino a 15 dipendenti. La sostituzione rimane di «10 giorni rinnovabili fino al 31 marzo 2022, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro per il lavoratore sospeso» (su questo, «formuleremo una proposta per consentire l’anticipo del Tfr a chi è rimasto senza stipendio perché sospeso dal lavoro per permettere il sostegno delle famiglie altrimenti prive di reddito», affermano i ministri Giorgetti, Garavaglia e Stefani).
Nella cabina di regia nel pomeriggio, il pressing del Pd sulla proposta di obbligo vaccinale aveva diviso la maggioranza: la proposta era infatti condivisa da Italia viva e Forza Italia, ma fortemente osteggiata da Lega e, in larga parte, anche dal Movimento 5 stelle. E infatti, poco prima che i dem facessero trapelare l’intenzione di insistere sulla misura, con una nota, il capo delegazione leghista al governo, Giancarlo Giorgetti, aveva fatto sapere che non sarebbe stato presente né alla riunione operativa del primo pomeriggio, né al Consiglio dei ministri successivo. «Giorgetti ha personalmente informato il presidente del Consiglio che per ragioni familiari questa mattina è ripartito per Varese». L’idea di introdurre l’obbligo vaccinale non piaceva affatto neanche all’alleato del Pd, il M5s, che sollevava dubbi anche sulla tempistica e le modalità di attuazione. Di fronte a difficoltà logistiche nella somministrazione di terze dosi, spiegava ieri Giuseppe Conte ai parlamentari M5s, «appare paradossale ragionare di obbligo vaccinale. Anche coloro che volontariamente si rendono disponibili per la terza dose incontrano difficoltà a farlo in tempi brevi». Ma alla fine Draghi ha tirato dritto.
L’obbligo di vaccinazione sarà valido fino al 15 giugno, l’obbligo di super green pass per i 50enni al lavoro scatterà dal 15 febbraio.
Fino al 31 marzo, per poter accedere negli uffici publici, in banca, nei centri commerciali e usufruire dei servizi alla persona, sarà sufficiente il green pass semplice (che si ottiene con vaccino o tampone).
“I provvedimenti di oggi vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche”.
Così il premier Mario Draghi ha aperto il Cdm che ha dato poi il via libera all’obbligo vaccinale per gli over 50.
“Vogliamo – il ragionamento del premier – frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite”.