Il Qatar ha rispedito al mittente la lista delle condizioni per mettere fine alle sanzioni impostegli dagli altri Stati del Golfo.

Il ministro degli esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha definito irrealistiche ed inaccettabili le condizioni chieste dagli altri Stati del Golfo per superare le sanzioni imposte a Doha ed uscire dall’isolamento in cui è costretto il piccolo emirato.

Nella lista presentata pochi giorni fa alla diplomazia qatariota se ne possono leggere per tutti i gusti. Si passa infatti dallo stop ai rapporti con i Fratelli Musulmani (Egitto) e con altri gruppi terroristici come Hezbollah, Al-Qaeda ed Isis, al taglio delle relazioni diplomatiche con l’Iran passando per la chiusura di una base militare turca presente in Qatar.

Ma la richiesta irricevibile è senz’altro quella di chiudere l’emittente televisiva Al-Jazeera, considerata un mezzo di propaganda ostile agli interessi degli altri Stati del Golfo ( Arabia Saudita in maniera principale).

Il ministro degli esteri del Qatar ha respinto al mittente le condizioni appena accennate, ribadendo le parole del ministro degli esteri britannico (tra i mediatori), il quale aveva chiesto misure realistiche e commisurate. Cosa che non è accaduta.

Ma la vicenda qatariota va inquadrata nella sua giusta dimensione, ovvero quella geopolitica. Al netto delle riserve di risorse naturali (il Qatar sorge su immensi giacimenti di gas naturale), la partita qatariota si gioca soprattutto sul piano dell’influenza politica.

L’Arabia Saudita, maggiore potenza regionale, nonché faro della religione islamica di stampo più retrogrado e integralista (wahabismo), cerca di rafforzare ulteriormente la propria influenza sulla penisola araba, in contrasto con l’Iran (l’altra potenza regionale).

In questo quadro, uno stato che intrattiene buone relazioni diplomatiche con l’Iran, per quanto piccolo come il Qatar, costituisce un’incrinatura non da poco per l’immagine del Consiglio del Golfo (ovvero l’alleanza che riunisce tutti i paesi del Golfo Persico).

Il variegato mosaico del Golfo Persico si arricchisce di una nuova tessera, ma non vi è da preoccuparsi troppo. La situazione ritornerà come prima, con il Qatar che rientrerà nei ranghi senza troppi scossoni.

Almeno, questo fino al prossimo tentativo che farà di assumere una maggiore autonomia in politica estera.

Lorenzo Spizzirri