La separazione tra la Yamaha e Maverick Vinales ha avuto due snodi fondamentali, che hanno portato ovvie conseguenze nei rapporti tra le parti. Il primo è stata la disastrosa prestazione del Sachsenring, con il centauro spagnolo ultimo in prova e in gara, che ha espresso alla stampa tutta la sua delusione per la mancata risoluzione dei problemi da parte del suo team. Da qui l’annuncio della separazione a fine 2021, con un anno di anticipo rispetto ai contratti già firmati. Il secondo e decisivo punto di rottura è stato il comportamento di Vinales nel corso della prima gara dell’Austria, che ha spinto i vertici del team dapprima a sospenderlo e poi a giungere ad una separazione consensuale e immediata tra le parti.
Lin Jarvis, CEO Yamaha Racing, ha raccontato ai tedeschi di Speedweek quanto accaduto in quelle settimane: “Chiaramente nei nostri contratti ci sono determinate clausole e cose che non si possono dire pubblicamente. Non possiamo impedire a un pilota di esprimere pensieri e sentimenti, ma c’è un limite che non va oltrepassato. Come team, desideriamo dei piloti intelligenti che sappiano evitare dichiarazioni negative, perché non si diventa più veloci semplicemente criticando la squadra, il tuo datore di lavoro e gli ingegneri, è un dato di fatto. Si possono esprimere le stesse opinioni in una riunione interna, non rendere tutto pubblico”.
Yamaha ha poi ovviamente fatto la voce grossa nei confronti del pilota: “Gli abbiamo parlato e ci siamo lamentati con lui. Ma questo è il miglior esempio per mostrare quale è stato il problema con Vinales. Forse un pilota dovrebbe lavorare maggiormente dietro le quinte per costruire una squadra forte. Sia l’azienda che il team erano determinati ad avere successo con lui. Siamo stati insieme per cinque anni, facendo un grande investimento su di lui. Certamente abbiamo commesso degli errori e probabilmente non siamo sempre riusciti a portare in pista la moto migliore. Ma questa è la vita e su sei costruttori vince uno solo. Quello che è accaduto, con Vinales disastroso al Sachsenring e sette giorni più tardi dominatore di tutte le prove ad Assen e secondo in gara, è stato piuttosto insolito“, ha concluso Jarvis.