Il taglio dei parlamentari proposto dal M5S è realtà. Con 553 voti favorevoli la Camera approva il ddl costituzionale. Cosa cambia e quanto si risparmia con questa riforma.

Taglio dei parlamentari, la Camera vota sì

La Camera vota sì al taglio dei parlamentari. Con 553 voti favorevoli, 14 contrari e due astenuti, passa la legge che riduce il numero di deputati da i 630 attuali a 400, mentre il senatori passano da 315 a 200.

Il voto è stato accolto con entusiasmo ed un lungo applauso dagli esponenti del M5S, il partito che ha proposto la legge costituzionale.

Soddisfazione anche per il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha affidato a Twitter le sue impressioni dopo il voto della Camera:

“Approvato dal Parlamento il ddl costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari. Una riforma che incide sui costi della politica e rende più efficiente il funzionamento delle Camere. Un passo concreto per riformare le nostre Istituzioni. Per l’Italia è una giornata storica”.

Le dichiarazioni degli esponenti del M5S

Anche Lugi di Maio, Capo politico del M5S ed attuale Ministro degli Esteri, non ha nascosto la sua felicità per il voto uscito dalla Camera:

“Una riforma storica, una grandissima vittoria per i cittadini italiani”.

“Questa è la vostra vittoria”, ha detto poi rivolgendosi ad alcuni sostenitori venuti a celebrare la riforma.

Per Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in forza 5 stelle, quello di oggi:

“È il giorno che aspettiamo da sempre. Con il sì trasversale delle forze politiche alla riduzione dei parlamentari il M5S fa la storia di questo Paese, scrivendo una stupenda pagina di democrazia. Dopo oltre trent’anni di promesse mancate il taglio di deputati e senatori è realtà: inizia una nuova stagione politica, ora al centro ci sono i cittadini”

Il post del segretario Dem, Nicola Zingaretti

Nonostante i voti contrari nelle prime tre letture, anche il PD, per non creare turbolenze nella maggioranza e per rispettare gli accordi tra i due partiti, ha votato il provvedimento insieme agli alleati di governo.

Il segretario Dem, Nicola Zingaretti, ha scritto un post su Facebook per esternare la sua soddisfazione per il risultato, oltre che per tentare di consolidare l’asse PD-M5S in vista di future alleanze; così Zingaretti sul suo profilo Facebook:

“La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni.”

“La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni. Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani”. 

Le impressioni del capogruppo PD alla Camera, Graziano Delrio

Ai microfoni di Radio Anch’io, il capogruppo PD alla Camera, Graziano Delrio, ha dichiarato:

“Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni. Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”.

Le perplessità dell’esponente della minoranza PD, Roberto Giachetti

Di tutt’altro tenore Roberto Giachetti che, pur votando sì per lealtà al suo partito e alla maggioranza, non ha nascosto il suo scetticismo e ha manifestato la volontà di raccogliere le adesioni tra vari deputati per chiedere il referendum sul provvedimento:

“Non c’è dubbio alcuno che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. È il taglio dei parlamentari la risposta? È evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo”.

Il voto favorevole della Lega

“A differenza del Pd e dei 5 stelle la Lega non tradisce e mantiene la parola”.

Con queste parole Matteo Salvini, leader del carroccio, ha motivato il voto favorevole al provvedimento, già votato dai leghisti nelle prime tre letture, quando questi erano ancora in maggioranza.

L’ex ministro per le disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega, Alessandra Locatelli, ha rilasciato un’intervista a Start, su Sky TG24, nella quale ha dichiarato che la lega voterà a favore del provvedimento, pur non risparmiando stoccate alla maggioranza di governo:

“Ha sempre votato a favore, non è una posizione nuova ma è una posizione anche storica. Certamente qui c’è in ballo altro, probabilmente quello che potrebbe sembrare quasi un ricatto. Cioè uno scambio di favori tra una parte politica del Governo, che è il M5S che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”.

Anche Fratelli d’Italia e Forza Italia per il sì

Giorgia Meloni, per rimarcare il suo sostegno al ddl costituzionale, ha dichiarato:

“I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”.

Anche Forza Italia, per voce del deputato Roberto Occhiutto, ha manifestato l’adesione al provvedimento:

Forza Italia vota a favore del taglio dei parlamentari perché “interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005. Ci siamo chiesti quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari”.

Taglio dei parlamentari: cosa cambia

Con la riforma costituzionale appena approvata, l’Italia diverrà il paese dell’Unione Europea con il minor numero di deputati in rapporto alla popolazione; per la precisione, in Italia ci sarà un 0.7 deputato ogni 100.000 abitanti, ancor meno della Spagna, che ha un rapporto di 0.8 deputati per 100.000 abitanti.

I risparmi derivanti dal taglio dei parlamentari

Se dal punto di vista mediatico il provvedimento può riscuotere molto successo, dal punto di vista istituzionale si corre il rischio di non rappresentare adeguatamente le varie realtà territoriali di un paese frastagliato e disomogeneo da molteplici punti di vista, siano essi riguardanti la cultura o il Pil pro-capite.

Ancor di più, sia gli esponenti 5 stelle che il Presidente del Consiglio hanno posto l’accento sul risparmio in termini monetari che deriva dall’approvazione della riforma costituzionale.

Si risparmierà davvero?

Luigi di Maio ha dichiarato che la riforma porta con sé un risparmio di 300.000 euro al giorno e di 1 miliardo in 10 anni.

Tuttavia, l’Agi, sulla base dei bilanci di Camera e Senato del triennio 2018-2020, ha calcolato che il costo annuo è pari a 230.000 euro all’anno per ogni deputato e 249.600 euro per ogni senatore,  portando il risparmio complessivo a circa 52,9 milioni per la Camera e 28,7 milioni per il Senato, per un totale approssimativo di 81,6 milioni annui.

Anche arrotondando la cifra ad un risparmio di 100 milioni l’anno, sempre come scrive l’Agi, il risparmio complessivo ammonterebbe a non più dello 0,005 per cento del debito pubblico italiano, ed a un seicentesimo di quanto spende l’Italia per i soli interessi sul debito.

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