Cultura

Il Talento di Anna Tifu incanta l’Aula Magna della Sapienza

Anna Tifu accompagnata dal pianista Julien Quentin in concerto alla Sapienza: Prokof’ev, Shumann, Chausson e Ravel in un concerto ipnotico e magico.

Il palco dell’Aula Magna della Sapienza questa sera è dedicato alla violinista Anna Tifu e al pianista Julien Quentin che per l’occasione ci propongono un programma maestoso in grado di ipnotizzare il pubblico dalla prima all’ultima nota.

Il concerto infatti si apre con la Sonata n.2 in Re Maggiore op. 94 bis di Sergej Prokof’ev, una sonata che si attiene alle parole dello stesso compositore “Quello che occorre fare innanzi tutto è della grande musica, cioè della musica che tanto nella forma quanto nel contenuto risponda alla grandezza dell’epoca“.

Al merito di Prokof’ev si affianca il talento dei due musicisti sul palco, che riescono ad infondere una tale magia che ancora non si era avvertita nei precedenti concerti della stagione in corso alla Sapienza.

Julien Quentin, fonte: immagine web

Dopo i soli primi due movimenti della prima sonata, esplode un irrefrenabile applauso, che sebbene in netto anticipo sulla conclusione del brano, non vuole rimanere inespresso. È doveroso ammettere che verrebbe voglia di applaudire ad ogni arcata della Tifu e ad ogni dolce nota del sensibile accompagnatore Quentin.

Al termine della sonata di Prokof’ev, il pubblico può finalmente sfogare il proprio ringraziamento verso i musicisti continuando quell’applauso, che va a terminare sull’inizio della Fantasia in Do Maggiore op. 131 di Robert Shumann, brano con cui la Tifu vinse il concorso Enescu nel 2007 e che ci ripropone come a voler diffondere il mistero di questa favolosa opera purtroppo quasi sconosciuta ai più.

Con questa Fantasia arriva finalmente il momento dei caratteristici forte e fortissimo sulle note gravi del violino che Anna Tifu ci elargisce in tutta la corposità che è in grado di infondere, complice il suo Stradivari del 1716.

Il dado è tratto, Anna e il suo violino riescono ad annientare qualsiasi altra cosa presente in sala, creando un’atmosfera di cui detiene l’assoluto controllo. Anna è un tutt’uno col violino, con la musica, Anna è essa stessa il brano e noi ormai siamo tutti indissolubilmente legati ai crini del suo arco.

(Anna Tifu, fonte: immagine web)

La struttura del recital ci viene rivelata nota dopo nota, ma solo con il Poéme di Ernest Chausson viene trasparentemente esplicitata: è un crescendo. Brani, note ed emozioni si tengono per mano in questa serata, seguendo il crescendo propostoci e a cui non si potrebbe mai dire no.

Il Poéme di Chausson cala sul pubblico come un’ipnosi, un anestetico in Mib Maggiore, tonalità associata da Beethoven al carattere epico e glorioso, che in parte possiamo avvertire anche nel Poéme, ma che Chausson miscela ad un lirismo struggente di base fortemente romantica, di cui musa fu il racconto di TurgenevIl canto dell’amor trionfante“.

È un piacere sentirla” , “Grazie per avermi portato al concerto e avermela fatta conoscere” e “Speriamo faccia un bis” sono le parole e le speranze che si sentono bisbigliare in sala nei momenti di pausa, con gli applausi in sottofondo.

(Anna Tifu e Julien Quentin, fonte: immagine web)

Ravel, ancora una volta tra i protagonisti dei concerti alla Sapienza, ci viene proposto con la sua Sonata in Sol Maggiore, dedicata e scritta per la violinista dalle spiccate doti virtuosistiche Hélène Jourdan-Morhange, che per problemi di salute non riuscì mai a suonare.

La tormentata stesura di questa sonata, basata sui contrasti e sulle differenze musicali ed espressive tra violino e pianoforte, prolunga l’ipnosi in sala, passando da un movimento all’altro in punta di piedi, richiamando il tema principale tra un pizzicato ed un blues, tra i balzati e i pianissimo che non permettono di distogliere occhi e orecchi da questa fantastica melodia.

Le luci in sala, fautrici colpevoli del risveglio dalla magica ipnosi, riaccendendosi decretano la fine di questo evento-incanto. I testimoni sensoriali porteranno sempre con sè un pizzico della polvere magica soffiata dal violino di Anna Tifu, accompagnata dall’incantevole Julien Quentin

Eleonora Giulia Meloni

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