
“Fateme vesti’. Me state tutti addosso. Non avete mai visto un ‘Polman’?”. Inizia così il primo giorno di lavoro per Otello Celletti in “Il vigile“, stasera in tv. Assunto alla Municipale, ha preso il posto per caso fortuito: “È meglio sta leggeri prima di andare a lavorare“. Ed è solo l’inizio della carriera di un ‘pizzardone‘.
Sarà passato dalla porta di Cinecittà, nella divisa austera, l’autorità cucita addosso, ma il miracolo si è compiuto quando la pedana rialzabile ha visto Alberto Sordi (Otello Celletti), in alto in tutta la sua bellezza. L’indimenticabile vigile, non fu soltanto la guardia municipale di turno, ma una delle interpretazioni che vinse sul tempo, sugli anni che passarono. In quel crocevia, sul selciato di sampietrini, correva il fischio più orecchiabile di Roma; guanti bianchi e la mimica di un direttore d’orchestra. “Auguri Ote’. Come stai bene. Metti paura!“.
Attenti al vigile
Ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto, sebbene i titoli di coda riportassero che ogni riferimento era casuale. Ignazio Meloni era il malcapitato addetto al traffico che incautamente multò un questore romano. La rivista Quattroruote, più dettagliata di un bollettino, riportò la notizia. Così nacque “Il vigile” stasera in tv, un film del 1960 che non invecchierà mai, per merito della sceneggiatura di Rodolfo Sonego, Ugo Guerra e lo stesso Luigi Zampa, regista. Incassò 969 milioni e 259 mila lire dell’epoca, quando al cinema si faceva la fila per vedere “Ben Hur” e “La dolce vita“. Un vero campione Alberto Sordi, che costruiva attorno alla sua faccia, i difetti dell’italiano: pigro, indolente, svagato. Ma negli anni ’50 era lui il tipico eroe, l’arte d’arrangiarsi per mestiere e una galleria completa di imperfezioni: per ognuna una faccia.
Da Porta Maggiore a Porta Romana, il motorizzato Otello Celletti volava impavido sulle due ruote. Casco in testa, come un bersagliere. Convinto della fama raggiunta, esercita il potere, da intransigente servitore dello stato. Nel passo sicuro, cadenzato di gloria, sfoga le sue ambizioni represse. Di quando subiva gli sberleffi al bar, la famosa pernacchia che l’attendeva. Ma il tempo delle rivalse è arrivato. Gli chiederanno anche, di affiggere multe su commissione; a sor Amilcare ‘er carbonaro’, per esempio. Otello, zelante, con l’attrice Sylva Coscina nel ruolo di se stessa; severo e puntiglioso, dovrà cavarsela con le ire del sindaco farfallone (Vittorio De Sica), multato per eccesso di velocità.
Sotto mentite spoglie, Alberto Sordi
Con quella pelle nera, che sembra cuoio, che lo fascia impettito ma come in un busto, compiere i passi con andatura normale sarà un’impresa. Ma ad Otello Celletti, pare che anche la voce esca meglio. La censura, non risparmiò questo film dell’Italia post bellica, che si avvicinava al boom economico. Sembra siano state cancellate due scene, reintrodotte solo nella versione restaurata nel 2004, a cura della Cineteca di Bologna: l’amante del sindaco mentre gli telefona distesa sul letto in abiti succinti, e il bambino figlio di Celletti che grida ‘all’ingiustizia’ durante il processo, ripreso dalla madre con le parole che deve abituarcisi.
Mario Riva da “il Musichiere“, Marisa Merlini, Riccardo Garrone, Carlo Pisacane (il capannelle de “I soliti ignoti“), insieme nel cast, vi invitano tutti a vedere “Il vigile” stasera in tv. Sordi, era il pessimismo romano, lo scetticismo nella sua ironia, tanto da essere visto così anche fuori le scene. Diventa un eroe nel film, capace di non farsi sottomettere dall’antica, onnipresente frase “Lei non sa chi sono io“, di uno sfavillante De Sica nei panni dell’autorità pubblica. Anche se non serbava rancore, raccomandava: “ve dico ‘na cosa sola. State attenti a come ve movete”. Ma Otello non sarà mai visto come lo spaccone, prepotente, montato nel suo ruolo, ma è una metafora universale. Lui che era profetico, idilliaco, anche da disoccupato: “Cara patria, dammi un lavoro, e dammelo!”
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici sempre!