Per chi non è di Pisa o dintorni, apparirà difficile carpire la frenesia che investe questa città nel giorno più importante, ovvero la sera del 16 giugno, vigilia di San Ranieri, patrono della città. In quel giorno si festeggia attuando la Luminara. Ma partiamo dalle origini. Nella cappella del Duomo di Pisa, venne collocata l’urna che contiene il corpo di Ranieri degli Scaccieri, Patrono della città, morto in santità nel 1161. Cosimo III de’ Medici aveva infatti voluto che l’antica urna contenente la reliquia fosse sostituita con una più moderna e fastosa. La traslazione dell’urna fu l’occasione per una memorabile festa cittadina, dando inizio alla triennale illuminazione di Pisa che dapprima si chiamò illuminazione e poi, nell’Ottocento, Luminara. Nella versione moderna, ogni anno circa 100.000 lumini vengono posti su telai in legno che vanno a disegnare le forme architettoniche di chiese, palazzi e torri dei lungarni. Unica eccezione rispetto a questo scenario è la Torre Pendente, illuminata altrettanto arcaicamente con padelle ad olio, collocate anche sulle merlature delle mura urbane, nel tratto che racchiude la piazza del Duomo. Dopo l’accensione vengono deposti nell’Arno ed affidati alla corrente i lumi galleggianti, che con lo spegnimento dell’illuminazione pubblica e privata, offrono un’atmosfera suggestiva. Da molti anni la serata viene conclusa con una serie di fuochi d’artificio sparati intorno alla mezzanotte dalla Cittadella e dal ponte vicino, oltre che, negli ultimi anni, anche dagli altri ponti della città. Ovviamente lo stupore che genera tale manifestazione è enorme, catturandola fantasia dei bambini e inoltrando ricordi amabili ai più adulti. Per una notte l’intera città brilla sospesa nel buio. Tutto questo fa da preludio alla celebre “Regata di San Ranieri”. Quattro imbarcazioni, che si ispirano alle fregate del mediceo Ordine dei cavalieri di Santo Stefano, dei rispettivi quartieri storici (Santa Maria, San Francesco, San Martino e Sant’Antonio, le cui galee sono rispettivamente dette la celeste, la gialla, la rossa e la verde) si sfidano per la conquista del palio di San Ranieri. I prodieri si devono arrampicare su di una cima per raggiungere il palio in cima al pennone montato su di una chiatta in mezzo al fiume. L’ultimo arrivato ha in premio una coppia di papere. Questa particolare modalità di assegnazione della vittoria si ispira all’impresa di Lepanto del 1571 quando le truppe cristiane, una volta abbordata l’ammiraglia turca, si impadronirono della fiamma da combattimento posta sul pennone dell’imbarcazione musulmana. Regata molto sentita e combattuta sempre fino all’ultimo con grande sportività, che lega i giovani alla cultura pisana. Il mio consiglio è quello di vivervi almeno una volta nella vita questa manifestazione che senza dubbio rimarrà indelebile nei vostri ricordi. Nonostante passino gli anni, non ci si stanca mai di alzare la testa per vedere i fuochi d’artificio e non dorme mai neanche lo spirito sportivo. Insieme al precedente articolo incentrato sul Gioco del Ponte, con queste altre due attività si chiude quello che è definito Giugno Pisano che raccoglie a sè l’insieme di questi eventi. Sinceramente solo a scriverne o passare in rassegna le foto per questo articolo, mi portano a emozionarmi, una emozione fanciullesca, trascinandomi a quando ero un bambino e allora i miei genitori mi portavano il più in alto possibile perchè potessi stupirmi di fronte a cotanta bellezza a ora, semplice ragazzo ancorato ai quei ricordi ai quali se ne aggiungono di nuovi. Sbiaditi come acquarelli al sole, sfocati come foto di una epoca senza trucchi e inganni, canne di bambù che non si spezzano di fronte all’inesorabile passar del tempo, sempre più con commozione, orgoglioso di appartenere a questa città!
Giacomo Tridenti