Siamo a Maleo, provincia di Lodi. Uno dei primi paesi a conoscere la “zona rossa” ed attualmente vittima di focolai di variante delta. È qui che un gran numero di giovani, stimati tra i 700 e i 1000, si sono ritrovati in una vecchia cava per ballare senza mascherine. Dante Sguazzi, sindaco della città, oggi commenta così l’accaduto: «Spiacevole, con quello che abbiamo passato»
Lo stesso primo cittadino ha raggiunto le forze dell’ordine sul posto. Il rave party svoltosi alla Cascina Ronchi, con altoparlanti applicati un camion, è terminato con otto organizzatori denunciati, un numero peraltro ancora provvisorio. La storia, infatti, non è solo quella di una manifestazione musicale abusiva. Soprattutto per il posto in cui ci troviamo.
I partecipanti
Quello che stupisce e fa male è soprattutto che, in quel posto, i partecipanti fossero tutti privi di mascherine e incuranti del rispetto del distanziamento. Caratteristica del rave party è proprio la segretezza della sede. Chi vuole partecipare scopre solo all’ultimo dove dovrà andare, come in questo caso, in cui i giovani hanno scoperto poco prima tramite social l’evento. Pare tuttavia, che i primi arrivi fossero iniziati già da dopo la mezzanotte. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, chi rimane giura d’ignorare i trascorsi del paese di Maleo con il Covid. Essendo questa tipologia di festa basata appunto sulla segretezza, una volta scoperti – dalla mezzanotte hanno stazionato sessanta carabinieri, finanzieri e agenti, più il sindaco 38enne Dante Sguazzi –, e soprattutto trasformatosi l’evento in clamoroso fatto mediatico, l’impressione è che i ragazzi abbiano anticipato la chiusura, anche spinti dalle zanzare. Per i residenti della piccola cittadina, l’importante è esserne rimasti lontani.
L’ambientazione
Cascina Ronchi sorge infatti fuori da Maleo nei pressi di una ex zona mineraria. Per raggiungere l’ex cava Geroletta occorre camminare per circa due chilometri di strada sterrata e, infine, spaccare recinzione e lucchetti. Chi voleva aggregarsi al raduno doveva quindi raggiungere Maleo in treno e, da lì, iniziare il pellegrinaggio sotto al sole. Così, il numero di persone non è passato inosservato ai Carabinieri che non ci hanno messo molto a scoprire la meta. Il pensiero del primo cittadino: «Con tutto quello che abbiamo passato dal punto di vista epidemiologico, è un fatto spiacevole che non deve ripetersi». Le polemiche degli avversari politici, all’indomani dell’accaduto, vertono sull’eventuale errore di non aver impedito la manifestazione. Purtroppo il rave party in generale, e quello di Maleo in particolare, sono eventi difficili da prevedere ed individuare. Non si registrano malori o feriti ma tanto, troppo degrado. Circa 35 sacchi di immondizia all’interno dei quali c’è di tutto. «Dovremo rimuoverli noi, al più presto, a spese dei cittadini – spiega il sindaco Sguazzi – è ovvio, però, che poi subito dopo ci rivarremo sulle persone che sono state identificate e denunciate stasera come organizzatori del maxi evento».
Gli sviluppi della Giustizia
Attualmente, la posizione degli otto organizzatori, è al vaglio dell’Autorità giudiziaria. Sequestrato inoltre il materiale audio. Sul posto presenti una cinquantina di agenti tra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza per evitare che si verificassero disordini o incidenti. Al momento la Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un fascicolo con l’obiettivo di arrivare all’identificazione dei promotori della festa. Alcuni tra i presunti organizzatori sono intanto stati identificati e denunciati. Sull’accaduto è intervenuto anche Francesco Bergamaschi il presidente del Parco Adda Sud, all’interno del quale si trova la cava Geroletta: “Non spetta a noi, ma fossi il privato denuncerei questa intrusione nella mia proprietà, giusto per non alimentare l’idea che, tanto, non si rischia nulla. Intanto, le nostre Gev, Guardie ecologiche volontarie, hanno rilevato gli illeciti amministrativi commessi, come il transito e la sosta veicolare non consentiti in quest’area. Che verranno sicuramente sanzionati”, ha detto.