Una diva del passato. Quando per esserlo, non bastava una copertina. Il bello del mondo di ieri viaggiava su altri canoni. Eterea, quasi di ghiaccio, non ha mai cercato il successo per avere fama e denaro. Preferendo la libertà a tutto, anche alla gioventù. Ingrid Bergman la si poteva incontrare in un mercato a Roma, a fare la spesa. Non poco per un’attrice.
Ma il fascino da le sue lezioni nei luoghi più impensati. E l’ammirazione cresce per queste creature anticonformiste, originali. La Bergman fu una donna raffinata, passionale ed intensa. Di bellezza pura. Ma ogni qual volta si parli di lei, c’è un biglietto che fa capolino nella memoria.
Ingrid, il potere delle parole
“Mister Rossellini… se ha bisogno di un’attrice svedese che parla molto bene l’inglese, non ha dimenticato il tedesco, non riesce a farsi capire bene in francese e in italiano da dire soltanto ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.”
Parole che non sembrano scelte. Da far invidia ai contemporanei scrittori romantici. Ma, la fatalità di certi corsi ha il sapore di quattro parole spontanee, improvvisate e sincere. Per chi vuol crederci. Pare che Roberto Rossellini, di fronte questo approccio epistolare, incuriosito o forse calmo ed indifferente, chiese alla sua segretaria “Chi è questa?”.
Nessuna presentazione, miss Ingrid Bergman
Alla domanda posta con franchezza, la risposta non si fece attendere: “La più grande attrice di oggi”. Combinarono un incontro per conoscersi a Londra. E quando arrivò il telegramma della star svedese, per stabilirne i dettagli, si narra che Rossellini, fidanzato con la Magnani, fosse con lei a tavola.
Meglio di qualsiasi possibile descrizione, salta agli occhi, e li rimane, la scena del piatto di spaghetti finiti in testa al regista. Che, senza troppa immaginazione, come un italiano qualunque in fuga, andò a comprare le sigarette sotto casa. L’Excelsior per loro, e non vi fece più ritorno.
Stromboli e Vulcano in eruzione
Così Stromboli, il suo nuovo film promesso alla Magnani, lo farà la Bergman. E in questa storia, degna di colpi di scena da sceneggiatura hollywoodiana, i due freschi amanti vanno ad Amalfi. Lei scriverà al marito chiedendo il divorzio. Insieme, da incoscienti innamorati, disinteressati al circondario, lasciano una loro foto al proprietario del famoso hotel Luna.
Arriverà ai posteri quella immagine, mano nella mano. Sembrava un fuoco di paglia da consumare al sole, ma sarà eterno. Finché dura. Il subbuglio, lo scandalo che la Bergman provocò, fu memorabile. Il simbolo della madre di famiglia e della donna puritana, rinnegati definitivamente.
Bergman e Rossellini, ne parlerà la storia
E il suo pubblico inizierà a punire l’icona trasformatasi in una giovinetta irresponsabile. Da santa ad adultera. Lettere di insulti, tante al giorno, recapitate all’indirizzo di Ingrid, sono il segnale che le preoccupazioni per le avversità dei fan, non erano esagerate.
Intanto a Vulcano sbarca Anna Magnani. I moti dell’animo sembrano trovare reale rappresentazione nell’ambiente circostante. Fuochi e scintille in eruzione, come dalla punta del cratere, alla rivalità incandescente di due donne. Diverse, amabili entrambe, e immortali.
La rivalità è donna, Ingrid lo sa
La sfida in cui si cimenta Anna, è finire il suo film, dall’omonimo titolo Vulcano, prima di quello di Rossellini. E vi riuscirà, nel febbraio 1950. Ma si parlerà di sabotaggio, quando la pellicola si incepperà durante le proiezioni in sala. Rossellini e Bergman hanno avuto 3 figli, e hanno girato 5 film che non faranno discutere quanto la loro avventura.
Fino a quando Roberto, in India per girare un film, ritorna con un nuovo amore. Ingrid tornerà a vincere Oscar anche senza il suo amato consorte. Che richiamerà accanto, al suo capezzale. Cultrice del libero amore, lapidata per le sue scelte controcorrente. Come se improvvisamente la depravazione avesse il volto candido e gli occhi chiari della Bergman.
Ingrid l’incanto non lo impara da nessuno
“Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili.” E, forse, di parole al vento ne avrà sentite fin troppe nella sua carriera. Tra i suoi film più famosi: Casablanca (1942), Per chi suona la campana (1943), Notorius (1946) e Angoscia (1944) che le conseguì l’Oscar. Seguiti da quelli per Anastasia e Assassinio sull’Orient Express.
Quando Luchino Visconti avrebbe voluto Ingrid e Marlon Brando per il film Senso, Rossellini ne impedì la partecipazione. E quando un produttore le chiese di correggere i denti, non perfettamente allineati, e di cambiare il cognome dal suono troppo tedesco, ella fedele a se stessa, rifiutò. Forse resterà sempre molto timida, al di là delle apparenze.
Il cinema si ferma con un bacio
Oltre le visioni, va quel lunghissimo bacio con Cary Grant, il più duraturo per lunghezza, della storia cinematografica. Un record scolpito ad immagine bianco e nera, ma rilucente, nella mente dei nostalgici. Le piaceva Gary Cooper, perché a differenza di molti colleghi attori, non doveva recitare su piani rialzati. Guardarsi negli occhi, sulle punte, avrebbe avuto ugualmente il suo fascino, però.
E Hemingway le disse di tagliarsi i capelli per il ruolo di Maria in Per chi suona la campana. Tutte curiosità, stralci di interviste ad una celebrità, che appariva distante, gelida, a discapito della sua bellezza. Riccioli biondi e un metro e ottanta di beltà. Ma si avvertiva ugualmente quel calore che, come la diceria vuole, arde sotto la cenere. Che la passione in esplosione non può e non sa contenere.
Federica De Candia Seguiteci sempre su MMI e Metropolitan cinema .