Tutto previsto, ma se la situazione per l’INPS dovesse restare così il Governo dovrà intervenire per assicurare il pagamento delle pensioni.
L’INPS in seguito all’emergenza Coronavirus registra un debito di 35,7 miliardi. Problematico, ma non preoccupante.
Da oggi l’INPS registra un rosso di 35,7 miliardi di euro. Ad annunciarlo il Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale Guglielmo Loy. La causa è nella sospensione degli adempimenti (meno aziende e privati che possono versare contributi) e nell’aumento degli interventi di sussidio (la cassa integrazione per esempio). L’annuncio era già stato del presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
Senza il versamento dei contributi degli ultimi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus, le casse dell’INPS non possono assicurare il pagamento delle pensioni.
Ma è davvero così?
Non esattamente. Infatti, anche se non ci fosse abbastanza denaro per garantire il pagamento mensile, basterebbe un intervento del Governo per fornire la liquidità necessaria per lo normale svolgimento delle funzioni. L’INPS infatti in questi mesi ha subito una forte pressione economica proprio per garantire a tutti il denaro necessario. Ora serve un intervento per ristabilire il suo normale svolgimento operativo.
Il 30 di giugno prossimo, data indicata nel Decreto Rilancio, dovrebbe infatti ricominciare ad affluire la liquidità richiesta dal versamento dei contributi. Se ciò non dovesse accadere, come afferma Guglielmo Loy, a farsi garante delle pensioni interverrà il governo.
“l’INPS opera ovviamente con solidarietà tra i vari fondi i quali ad oggi sono sostanzialmente in equilibrio”.
La situazione quindi è tutto sommato tranquilla, se si dovesse arrivare a non pagare più le passioni la crisi non sarebbe più dell’INPS ma dell’economia italiana nella sua totalità.
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