Facciamo chiarezza sulle novità riguardanti le pensioni di invalidità dell’INPS
Chi resta escluso per età e reddito
Nell’ultimo decreto apporta importanti novità sui provvedimenti che accolgono la sentenza 152/2020 della Corte di Cassazione riguardante le pensioni di invalidità offerte dall’INPS.
Cambiano le pensioni di invalidità
Ad oggi si poteva incassare fino a 286,81 euro con l’assegno di invalidità. La corte di Cassazione ha ritenuto la cifra “insufficiente per assicurare agli interessati il “minimo vitale”. Infatti l’Esecutivo ha raddoppiato l’assegno destinato agli invalidi civili. Si passa così da 286,81 euro a 651,51 euro, ma solo per coloro riconosciuti gli invalidi civili al 100%.
Inoltre, gli invalidi non saranno più riconosciuti dai 60 anni in su, ma dai 18 anni in su, compresi. Va detto che al momento non esiste ancora una specifica circolare Inps al riguardo, ma si ipotizza una data a partire dalla quale scatterà l’aumento. Dovrebbe essere infatti confermata retroattiva a partire dal 20 luglio 2020. Un’ottima notizia, dunque, che allarga non poco la platea di beneficiari della cosiddetta pensione di invalidità.
Gli oneri derivanti dall’estensione della platea di beneficiari sono 132 milioni di euro per l’anno 2020 e 400 milioni a decorrere dal 2021. Le pensioni di invalidità aumentano da 285 euro circa a 651,51 euro, per 13 mensilità, p er: invalidi civili, inabili, sordi e ciechi civili assoluti.
I beneficiari dell’aumento delle pensioni INPS
L’aumento della pensione di invalidità spetta a coloro i quali rispettano i seguenti criteri:
- invalidi civili al 100%
- almeno 18 anni
- reddito entro 8.469,63 euro per chi è solo e 14.447,42 per chi è coniugato.
La pensione di invalidità viene portata a 651,51 solo per i pensionati aventi diritto con reddito zero. Per tutti gli altri, con reddito derivante ad esempio da pensione di reversibilità, lavoro part-time o altro, l’incremento pensionistico viene ricalcolato secondo scaglioni predefiniti.
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