Mai come quest’anno sono vive le possibilità di rivedere una squadra italiana in finale di Champions League. Sono ben tre, infatti, le squadre nostrane ancora in corsa per aggiudicarsi la Coppa dalle Grandi Orecchie: il Napoli, il Milan e l’Inter. L’urna di Nyon, inoltre, è stata benevola con le nostre rappresentanti, finite tutte dal lato meno ostico del tabellone. Evitate, quindi, le corazzate Real Madrid, Manchester City e Bayern Monaco, coi quarti di finale che saranno caratterizzati dall’inedito derby italico tra la squadra di Spalletti e quella di Pioli e dalla sfida tra i nerazzurri di Simone Inzaghi e il temibile Benfica. Proprio i lusitani, guidati da un ottimo Roger Schmidt, sono l’unico scoglio che separa una squadra italiana dalla finalissima di Istanbul: un ostacolo, tuttavia, che sarà ben più difficile da superare di quanto si pensi.
Benfica, i numeri di una stagione straordinaria
Il quarto di finale tra Inter e Benfica si prospetta come uno dei più combattuti e aperti di questa Champions League. Un sorteggio benevolo, ma non troppo, per la squadra di Inzaghi: da un lato, infatti, sono state evitate tutte le big della competizione; ma dall’altro, avversarie come Milan e Chelsea, sarebbero state forse più congeniali alle caratteristiche dei nerazzurri. I numeri del Benfica in questa edizione della Champions League testimoniano infatti tutta la pericolosità della squadra lusitana. Gli uomini di Schmidt hanno prima chiuso in testa il Girone H, battendo per due volte la Juventus e uscendo imbattuti anche dalla doppia sfida col PSG. Un raggruppamento passato con estrema sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi, soprattutto grazie ad un grande potenziale offensivo.
Potenziale emerso prepotentemente nei due match contro il Club Brugge, agli ottavi di finale. Prima lo 0-2 in terra belga, ad ipotecare la pratica, poi il roboante 5-1 interno ad annichilire completamente l’avversario. Numeri del tutto simili anche in campionato, dove il Benfica sta dominando, avvicinandosi al proprio trentottesimo titolo nazionale. Sono 11 i punti di vantaggio sui rivali del Porto, a undici partite dal termine del campionato. Le reti effettuate sono invece 66, contro le 14 subite, che valgono al contempo il miglior attacco e la miglior difesa del torneo. Contando anche le 23 marcature in Champions League (solo il Napoli ha fatto meglio) e quelle in coppa nazionale, i portoghesi hanno abbondantemente superato le 100 segnature stagionali.
Joao Mario e Goncalo Ramos le stelle
Roger Schmidt ha plasmato in meno di una stagione una squadra solida ed efficace grazie alle sue idee di gioco propositive. Il modulo di riferimento del suo Benfica è il 4-2-3-1, grazie al quale può sprigionare tutto l’estro dei propri trequartisti. Vlachodimos in porta e Otamendi al centro della difesa sono le due colonne che guidano la retroguardia, dove a sinistra si muove Grimaldo, uno dei terzini più appetibili d’Europa. Florentino e Chiquinho formano invece la diga in mezzo al campo, chiamati a reggere quasi da soli l’impatto offensivo della squadra. Sulla linea della trequarti agiscono infatti David Neres a destra, Rafa SIlva a sinistra e Joao Mario al centro. Proprio l’ex Inter è l’uomo in più della squadra portoghese, come testimoniano le 23 reti complessive in stagione.
Meglio di lui soltanto il riferimento centrale dell’attacco, ovvero Goncalo Ramos, autore fin qua di 24 centri tra tutte le competizioni. Ottimi anche i rincalzi di questo Benfica, che può contare su pedine come Vertonghen in difesa, Aursnes e Weigl a centrocampo e Goncalo Guedes, Draxler e Gil Dias in avanti. Una squadra, insomma, dotata di grande talento e votata totalmente al gioco offensivo, in grado di contare su diversi interpreti per scardinare anche i match più chiusi. I lusitani vorranno inoltre vendicare la sconfitta del 1965, quando persero la finalissima di Champions League proprio contro l’Inter, a San Siro. Mai come stavolta, quindi, il Benfica sembra attrezzato per spingersi fino in fondo alla competizione e provare a sovvertire quella maledizione che recita ben sette finali perse.
MARCO SCALAS
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Credit foto: pagina Facebook Sport Lisboa e Benfica