Roberta Carrese | Intervista alla “Perla Nera” della musica italiana

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Di Redazione Metropolitan

Capello rasato a zero, occhi scuri, sorriso timido, anfibi e chitarra. È così che si presenta Roberta Carrese, giovanissima cantautrice che abbiamo avuto la fortuna di conoscere.

Classe 1994, di Venafro (IS). Finito il liceo si trasferisce a Roma. Già da giovanissima si avvicina alla musica, e capisce subito che quella sarebbe stata la sua strada.
Più conosciuta dal pubblico come la “Perla Nera” di Piero Pelù, come concorrente dell’edizione 2015 di The Voice IT, Roberta ha deciso di dedicarci un po’ di tempo.

Roberta, definita “Perla Nera”. Viso delicato e dolcissimo, voce graffiante e profonda, stile rock e black.

Chi è Roberta Carrese? E, se posso, quante Roberta esistono?
“Come Vitangelo Moscarda, (per citare Luigi Pirandello) che scopre di non conoscersi, di non essere una
persona, di indossare centomila maschere, una per ogni persona che conosce e una anche per sé stesso, io
convivo ogni giorno con le tante persone che sono. Roberta Carrese è prima di tutto una bambina cresciuta in un paese molto piccolo che ha lasciato all’età di 18 anni. E’ figlia, sorella, amica, compagna, conoscente e può essere buona, cattiva, sincera, bugiarda, fedele, traditrice, delicata, violenta, testarda, silenziosa, rumorosa, timida. Quasi ognuno di noi fa a botte con se stesso e molto spesso il K.O è assicurato. A darmi questa consapevolezza è stata Roma, una città-giungla che ti insegna a vivere e a morire. Prima di trasferirmi, ero sicura di sapere perfettamente cosa fossi, di sapere chi fossi. Poi ho iniziato a sfumare il mio mondo tutto bianco o tutto nero, in tante tonalità diverse. Quelle tonalità oggi sono il mio colore e mi permettono di avere un posto in questo quadro che è la mia vita.  Ma c’ è una persona dentro di me che allinea tutte le altre: Roberta che imbraccia la sua chitarra, sale su un palco e butta via la maschera. La musica mi denuda, mi rimette al mondo. Canto e mi riconosco. “

La Roberta che è qui ora ad emozionarci con la sua chitarra, i suoi mille plettri persi nelle tasche e la
sua meravigliosa voce, come ci è arrivata? Cosa ti ha portata ad essere la donna che sei ora?

“Devo quello che sono alla mia grande famiglia. Lo devo a mia madre per essere stata una donna ostinata,
testarda, fortissima. Lo devo a mio padre per avermi detto tutte le parole del mondo con i suoi grandi silenzi, per avermi fatto amare la natura e la musica. Lo devo alle mie due sorelle e ai miei due fratelli su cui posso contare ogni giorno. E poi lo devo anche a me stessa, a questo sogno grande che porto dentro. 

 C’è qualcosa che cambieresti del tuo passato?
“Del mio passato non cambierei nulla. Ho solo qualche rimpianto e questo mi aiuta a non lasciare che oggi
qualcosa mi scappi dalle mani, se posso tenerla con me. “

E, prima di passare alle classiche domande sul futuro e sui tuoi progetti, una domanda sul presente.
Molto spesso durante i tuoi live, quasi sempre in relatà, ti esibisci in versioni tutte tue di cover di altri artisti. Quali sono quelli che ti hanno segnata di più e perché? E, più nello specifico, come mai hai questo strettissimo legame, letteralmente a pelle, con Amy Winehouse?

“Portare la mia vita su un palco, davanti a tutti, racchiusa nelle parole delle mie canzoni, come dicevo prima
significa denudarmi, buttare la maschera. Amy Winehouse è l’artista-donna che più mi ha insegnato a farlo e in cui io ho rivisto quasi lo stesso tormento interiore nell’ atto stesso di salire sul palco e cantare. Cantare per non dimostrare niente a nessuno, per essere nudi e crudi. Durante i miei live non suono mai canzoni di altri artisti a caso, sono tutti pezzi di vita che riporto nella mia versione più personale. Dire quali e quanti siano gli artisti che più mi hanno segnata è difficile. Posso affermare con certezza che l'unica costante che li accomuna tutti sia l’autenticità. “

Dai brani che hai presentato al tuo ultimo live si vede un velo di malinconia dolce, qual è il tema di
questo nuovo e primo album e perché si lega a quest’emozione? E per il futuro? Cosa possiamo
aspettarci dalla “Perla Nera”?

“Il mio primo album sarà autentico. Voglio che ogni canzone mi riporti a chi sono. Proteggerò con tutte le mie forze quello che mi permette di arrivare agli altri, che è proprio l’autenticità di cui parlo e che spesso, purtroppo, viene messa da parte per lasciare spazio a quello che il mercato già offre. Nei prossimi mesi scriverò e comporrò le mie canzoni. Ho anche intenzione di raccogliere tutte le altre cose che scrivo in un libro che non verrà mai pubblicato, probabilmente. Non ho fretta “uscire”. Ho molta più fretta e bisogno di entrare, di stare un “pò” con me. 

Così si conclude il nostro primo incontro con quest’artista nascente, tanto dura quanto delicata.E mentre lei si mostra molto riservata sui suoi progetti futuri, noi aspetteremo il suo prossimo live!”.

Elisabetta Paganelli