Boati d’arma da fuoco, fiamme che divampano e fumo nero che si alza dalla prigione di Evin, in Iran, dove da settimane si protesta, si combatte e si muore per l’omicidio di Mahsa Amini. In uno dei video pubblicati pochi minuti fa si legge che «le forze speciali si stanno dirigendo verso la prigione». Sarebbero state sentite almeno tre esplosioni provenire da quella zona di Teheran. Un testimone oculare ha detto che l’onda d’urto delle esplosioni sarebbe stata talmente forte che i vetri delle case circostanti si sono rotti. Stando a quanto si apprende sarebbero almeno 8 i feriti nell’incendio

In quel carcere sono stati detenuti i prigionieri politici catturati nelle ultime settimane tra cui la nostra connazionale Alessia Piperno arrestata il 28 settembre.

Secondo alcuni attivisti iraniani che hanno ripreso le immagini si direbbe che sono andati a fuoco i reparti dei prigionieri e delle prigioniere politiche, l’edificio culturale trasformato in luogo di detenzione e il reparto di coloro che hanno commesso reati finanziari. «Tutti i prigionieri sono in pericolo» si legge in un tweet di un’attivista. I media di stato iraniani hanno citato un membro della sicurezza di servizio ad Evin che ha dato la colpa a «elementi criminali» per i problemi in corso alla prigione. Questa la ricostruzione: l’incendio sarebbe partito dalla sezione 7, dove si scontravano detenuti e guardie carcerarie. I rivoltosi avrebbero dato fuoco ad un deposito di vestiti, che secondo le autorità è ora in fase di spegnimento da parte dei vigili del fuoco. Secondo questa fonte, i detenuti ammutinati sono stati separati dagli altri, che sono rientrati nelle loro celle. Secondo testimoni, nel carcere sono state udite esplosioni e colpi d’arma da fuoco. La polizia ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e degli studenti che sono stati arrestati durante le proteste che dalla morte della giovane Mahsa Amini attraversano il paese, e che si erano radunate intorno alla prigione.