Isabella D’Este (17 maggio 1474 – 13 febbraio 1539) – figlia di Eleonora d’Aragona e di Ercole I d’Este duca di Ferrara – sposa nel 1490 Francesco II Gonzaga, duca del piccolo stato di Mantova. Da quel momento in poi diventa una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo tempo.

Isabella si innamora immediatamente della corte mantovana, come scriverà al padre:

«Io ho già preso tanto amore a questa città, che non posso fare che non piglia cura de li honori et utilitate de li citadini».

A Mantova i suoi appartamenti sono di fianco alla Camera Picta di Andrea Mantegna e Leon Battista Alberti è di casa. Questo clima moderno e fervido sollecita la sua intelligenza e la sua cultura.

Gli interessi intellettuali di Isabella d’Este e il celebre studiolo

Coltiva i propri interessi in ambito artistico e letterario con un impegno che non ha nulla da invidiare ai grandi mecenati fiorentini. Concepisce per sé uno studiolo nella Torretta di San Nicolò del castello di San Giorgio – poi trasferito in Corte Vecchia – per libri e oggetti d’arte che colleziona all’insegna di un’utopia classicheggiante. Per arredarlo si rivolge ai maggiori artisti del tempo: Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Pietro Perugino, Correggio, consultandosi con i letterati che la circondano.

L’importanza dell’attività politica della marchesa Isabella durante gli anni di reggenza

Isabella svolse un ruolo importante a Mantova. Quando il marito fu catturato nel 1509 e poi tenuto in ostaggio a Venezia, prese il controllo delle forze militari della città. Francesco fu liberato nel 1510 grazie al comportamento di Isabella, che aveva accettato perfino di dare in ostaggio il figlio Federico a papa Giulio II.

Dopo la morte del marito, nel 1519, la vedova Isabella divenne un “devoto capo di Stato”. Seguì la politica del padre Ercole e consapevole della sua scarsa forza militare e della piccolezza del territorio su cui governare, scelse una politica di neutralità. Essa consentiva l’indipendenza senza asservirsi a nessuno, portata avanti con un’azione di mediazione e di arbitrato nelle controversie tra Stati.

Una posizione di prestigio che le richiese un serio impegno

Fu necessario per lei studiare. Si occupò di architettura, agricoltura, industria e seguì i precetti che Niccolò Machiavelli aveva previsto per i governanti nel suo libro Il principe. In cambio, gli abitanti di Mantova la rispettarono e l’apprezzarono. Isabella governò Mantova anche come reggente del figlio Federico, giocando un ruolo importante nella politica italiana del tempo e rafforzando il prestigio del marchesato. Fra i suoi molteplici e importanti risultati vi furono l’elevazione di Mantova a ducato e il conseguimento del titolo di cardinale per il figlio minore Ercole.

Esempi del fascino che Isabella d’Este continua ad esercitare nel tempo

La sua fama non si spegnerà mai nei secoli, valendole l’epiteto di “Primadonna del Rinascimento” definizione coniata dalla scrittrice Maria Bellonci nel suo romanzo Rinascimento privato. Il testo è uno dei più preziosi esempi del lascito della marchesa. La qualità della scrittura sembra inoltre avvolgere in una abbagliante pulviscolo ogni figura e fatto storico. Protagonista assoluta è lei, Isabella, che alla soglia dei sessant’anni rievoca la propria vita da quando giunse a Mantova e resse le fila del piccolo stato costruendo una corte di ineguagliabile splendore.

E’ ancora più recente un fumetto (2021-2022) dedicato alla figura di Isabella d’Este, nato sul web. ISA è stato scritto da Lorenzo Ghetti e disegnato da Rita Petruccioli. La cosiddetta nona arte – per citare Umberto Eco – è il dunque il medium con il quale vengono raccontate le peripezie di Isabella dal carattere dirompente, capriccioso e brillante. Gli episodi del webcomic sono costituiti da nove vignette e ispirati a fatti reali. Una serie di gustosi personaggi secondari ben caratterizzati affiancano le vicende della marchesa, assecondando o meno l’esuberanza della protagonista.

Alessia Ceci