Una fine tragica dopo una lenta agonia per la donna di 33 anni, Marta Maria Ohryzko. La ragazza di origini ucraine è caduta in un dirupo a Ischia nel pomeriggio del 13 luglio. E il compagno, il russo I.B., 41 anni, ha ignorato le sue numerose richieste di aiuto, lasciandola morire da sola e di stenti. Una conclusione terribile per una storia di violenza che durava da diverso tempo, dove lei era vittima del compagno costantemente. Lui, da parte sua, ha riferito invece al magistrato di essersi attivato immediatamente per salvare la donna, uscendo a cercarla. Ma, una volta trovata, le avrebbe detto che doveva “restare per la notte”, facendola morire di stenti invece di salvarla.

La storia di violenza di Marta Maria

La ragazza era costantemente vittima di violenza da parte del compagno. Minacciata, picchiata, aggredita con pugni e schiaffi. Una volta era stata volutamente spinta sul fuoco acceso. L’odio perpetrato dal compagno era ancora più forte per il fatto che lui fosse russo e lei ucraina: lui odiava la sua famiglia, e ha fatto di tutto per isolarla e allontanarla da famiglia e amici. La sorella della ragazza ha raccontato alle Forze dell’Ordine che lui ha affermato più volte della sua famiglia di essere “ucraini di merda che devono morire”. In diversi casi la donna ha dovuto fare ricorso alle cure nel pronto soccorso dell’ospedale di Lacco Ameno, dove il caso è passato inosservato.

Marianna Soru

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