Israele rifiuta l’accordo di cessate il fuoco accettato da Hamas

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Di Alessia Spensierato

Nelle prime ore di martedì mattina le forze di difesa israeliane hanno preso il controllo del valico di Rafah, il più importante canale, se non l’unico, per l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza dall’Egitto. Lo riporta Hareetz citando l’Idf e Wael Abu Omer, membro di Hamas e direttore delle comunicazioni al valico. Omer ha anche riferito al giornale israeliano che tutti i carichi di aiuti umanitari diretti a Gaza sono stati bloccati dalla parte egiziana. 

Lunedì sera Israele ha iniziato a bombardare massicciamente la parte orientale della città più meridionale della Striscia di gaza, dove su ordine israeliano si rifugianocirca 1,4 milioni di palestinesi, sfuggiti all’offensiva di terra nel nord e nel centro della Striscia. Le vittime accertate sono già undici. 

“L’Idf sta lanciando in questo momento attacchi mirati contro obiettivi terroristici di Hamas nella parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza”, è quanto si legge da un comunicato dell’esercito israeliano postato sui social media lunedì sera. 

Israele rifiuta il cessate il fuoco

“La proposta di Hamas sul cessate il fuoco non soddisfa le richieste essenziali di Israele“, ha affermato l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo la riunione del gabinetto di guerra, che ha deciso all’unanimità di continuare con le operazioni a Rafah per “velocizzare il rilascio degli ostaggi”. 

Tuttavia, in una nota del governo israeliano si legge che Israele invierà una delegazione in Egitto “per massimizzare la possibilità di ottenere un accordo su termini accettabili” in merito al cessate il fuoco a Gaza.Anche il ministero degli Esteri del Qatar ha annunciato l’invio di una delegazione al Cairo martedì.

Nonostante l’ora tarda, migliaia di israeliani sono scesi in piazza per chiedere al governo di accettare i termini dell’accordo di cessate il fuoco sul tavolo. Circa mille persone si sono radunate presso il quartier generale militare di Tel Aviv, mentre un centinaio di manifestanti hanno marciato verso la residenza di Netanyahu a Gerusalemme con uno striscione che recitava “Il sangue è nelle tue mani”. Piccoli raduni sono stati segnalati anche in altre città di Israele.