Una retrospettiva sulla guerra che sta distruggendo la Palestina dove Israele sembra aver ben osservato gli errori (e orrori) della guerra tra Russia e Ucraina.
La guerra è cambiata dagli anni dei grandi conflitti mondiali. Spesso, nei paesi “di pace” come l’Italia tendiamo a dimenticarcelo. La maggior parte della popolazione infatti non ha idea, a conti fatti, di come funzioni un esercito moderno. Noi no, ma chi la guerra la fa invece lo sa bene.
Parliamo dei generali israeliani, che d’altro canto hanno osservato da vicino le battaglie in Ucraina nell’ultimo anno e mezzo. Non solo: hanno anche preso appunti.
Il carro armato, la tattica, l’addestramento: Israele osserva gli errori della Russia
Al momento i battaglioni di carri armati delle Forze di Difesa Israeliane sono pronti ad entrare a Gaza in forze. Queste lezioni diventano particolarmente rilevanti dopo l’attacco terroristico contro le comunità israeliane del 7 ottobre in cui sono state uccise più di 1.400 persone. Ma di che lezioni parliamo? Ovviamente si acuisce l’occhio sulla prassi bellica. I carri armati sono più vulnerabili ai droni e alle munizioni vaganti e ai moderni missili guidati anticarro, che colpiscono dall’alto. Nonostante ciò rimangono l’unica piattaforma sul campo di battaglia che abbia una cruciale rilevanza (almeno secondo The Economist)
Il carro armato combina mobilità, protezione e una seria potenza di fuoco. Al momento per Israele è l’avanguardia dell’invasione di terra a Gaza, con l’obiettivo di aprire la strada alle unità di fanteria che si posizionano dietro.
Hisham Ibrahim:
“Abbiamo visto come i russi hanno combattuto in Ucraina e gli errori che hanno commesso”,
dice il generale di brigata Hisham Ibrahim. Il generale che ha il compito di preparare i carri armati israeliani e i loro equipaggi per la guerra.
Hisham Ibrahim:
“Hanno combattuto lì in un unico corpo d’armata, invece di usare tattiche di armi combinate”,
spiega. In altre parole, i reggimenti corazzati russi operavano come unità di carri armati separati. L’errore è stato fare così piuttosto che lavorare in formazioni integrate con unità di fanteria e artiglieria. Il tutto ovviamente senza coordinarsi adeguatamente con l’intelligence e la forza aerea. In alcuni casi, le colonne di carri armati sono state inviate in fila indiana lungo una strada senza alcun supporto, lasciandole alla mercè degli ucraini. Non dimentichiamo un altro dettaglio speculare e opposto rispetto ad Israele: l’addestramento. Gli equipaggi dei carri armati russi erano scarsamente addestrati ed era quindi difficile anche dar loro ordini sperando che tutto filasse liscio.
Il ruolo della guerra dello Yom Kippur:
Sull’uso del carro armato in larga scala in battaglie Israele ha altri esempi cui attingere. I carri armati di Israele durante la guerra dello Yom Kippur di 50 anni fa ne sono un esempio. Durante quel conflitto i battaglioni corazzati dell’IDF, a volte operando da soli, subirono gravi perdite dai missili anticarro egiziani Sagger. I Sagger, ricordiamo, sono un rifornimento che viene dall’Unione Sovietica. L’IDF si adattò rapidamente. Quindi, le sue tattiche furono ampiamente studiate e adottate dall’esercito degli Stati Uniti negli anni ‘1970 e ‘1980. Oggi, gli equipaggi dei carri armati israeliani sono considerati tra i meglio addestrati e preparati al mondo.
Ma l’IDF non è il solo esercito ad aver imparato dall’Ucraina. All’inizio dell’assalto di Hamas al confine israeliano, questi hanno usato droni che trasportavano grandi granate per distruggere i posti di osservazione. Tattiche simili sono state usate dagli ucraini contro i carri armati russi.
Inoltre il numero di vite civili perse è molto diverso. Nel 1973 quegli eserciti invasori cercarono di conquistare il territorio, non di massacrare i non combattenti. I 2.656 israeliani che morirono durante le tre settimane di guerra erano tutti soldati. Al contrario, solo il 13% circa delle vittime di Hamas questa settimana erano militari attivi.
Quando le armi parlano più dei generali: l’uso del Meklava
Che Israele abbia osservato il conflitto Russo-Ucraino non è un segreto. The Economist sostiene ci sia almeno un filmato di una granata come quelle sopra-descritte. La granata in questione colpisce un carro armato israeliano Merkava. Tattiche simili sono state usate dagli ucraini contro i carri armati russi. Il generale Ibrahim insiste sul fatto che nessun carro armato è stato distrutto e tutti torneranno in azione a breve. Che sia vero o propaganda, non possiamo saperlo.
Tuttavia in alcune delle aree di sosta, sono stati visti carri armati Merkava con “gabbie di pivia”, barriere metalliche a doghe fissate sopra la torretta, la parte più esposta del veicolo, per bloccare tali attacchi dall’alto. Quando la Russia ha usato a tali dispositivi improvvisati ci sono state risatine divertite, ma stavolta no. L’adozione da parte di Israele suggerisce che stanno prendendo sempre più sul serio la minaccia dei droni. Questo significa che l’escalation è velocissima.
La versione più avanzata del Merkava utilizzata dalle brigate corazzate regolari dell’IDF , al contrario di quelle con equipaggio di riservisti, è equipaggiata con il trophy. Si tratta di un sistema di “protezione attiva” estremamente sofisticato progettato da Israele che si è dimostrato efficace nel sconfiggere i missili anticarro in arrivo con pannelli esplosivi che soffiano verso l’esterno. Tuttavia, non tutte le unità serbatoio sono dotate di questo sistema. E ogni carro armato, comprese le versioni precedenti del Merkava, è ora in fase di dispiegamento. Questo ci fa pensare che l’attacco sia stato in scala maggiore di quanto lo stesso stato avesse preventivato. Inoltre, ricordiamo anche la necessità di sorvegliare il confine settentrionale di Israele con il Libano. Oggi, per la prima volta in oltre quattro decenni, dall’invasione israeliana del Libano nel 1982, l’intero corpo corazzato è stato richiamato.
Il secondo fronte: il dove della guerra fa il tipo di guerra
Ma non tutto l’armamento è al momento contro la Palestina: sarebbe anche abbastanza folle. Molte di queste forze sono posizionate nel nord di Israele per la possibilità che la guerra divampi anche con Hezbollah. Hezbollah sarebbe il movimento libanese sostenuto dall’Iran. Se dovesse scoppiare un secondo fronte, gli equipaggi dei carri armati israeliani combatterebbero due tipi di guerra.
Sappiamo che sia Hamas che Hezbollah hanno usato tattiche e armi simili in precedenti scontri con i carri armati israeliani: quindi piccole squadre di imboscate che sparano missili anticarro di fabbricazione russa (e forniti dall’Iran). Ma il terreno dello scontro, come sempre e da sempre, farà molta differenza. Affrontare Hezbollah nelle zone collinari e boschive della Galilea e del Libano meridionale è una prospettiva molto diversa dal combattere nelle aree urbane densamente edificate di Gaza City. Lì gli attacchi possono provenire da distanza ravvicinata, ma lì soltanto.
Il corpo dei carri armati israeliani ha almeno due vantaggi rispetto a molti altri:
- Uno è che non si pensa che Hamas possieda missili anticarro “dall’alto” come l’americano Javelin e l’anglo-svedese nlaw. Questi sono gli stessi che abbiamo fornito all’Ucraina. Questo genere di missili colpiscono un carro armato nella parte più debole della sua corazza, la parte superiore dello scafo.
- L’altra è che i carri armati israeliani sono progettati per combattere ai confini del paese, piuttosto che lontano da casa. Sono anche progettati per fornire alti livelli di protezione. Quindi sono tuttavia relativamente ingombranti e pesanti. Sono potenzialmente meno mobili anche se in grado di resistere a colpi gravi.
Sistema di controllo: Israele e gli errori della Russia
Poi, i carri armati israeliani più avanzati e i veicoli da combattimento di fanteria hanno anche sofisticati sistemi di comunicazione. Questi li collegano a una rete che fornisce alle truppe, sugli schermi del carro armato, tutte le informazioni raccolte dai sensori su altre piattaforme israeliane, compresi i filmati dei droni che si librano sopra la testa.
Hisham Ibrahim:
“Il carro armato di oggi può utilizzare le informazioni raccolte da altre fonti per sparare sui suoi bersagli e raccogliere informazioni che saranno utilizzate da altre fonti di fuoco”
afferma il generale. Questo supera il tradizionale problema della guerra urbana: linee di vista brevi, in cui un plotone di carri armati può avere poca idea di ciò che sta accadendo intorno al blocco successivo. Come Italia, vorrei anche ricordare che siamo complici attraverso la messa a disposizione della base di Sigonella per il ponte aereo americano. Perchè sta fornendo a Netanyahu il materiale con cui portare a termine il massacro della Palestina.
I diritti non hanno colore o etnia e le vite palestinesi non valgono meno delle vite israeliane. La contestualizzazione storica e politica è l’unico processo in grado di individuare percorsi per una pace giusta. Guardando a quanto accade oggi sembra assurdo leggere i titoli delle maggiori testate. sembra che tutti si siano dimenticati che il primo responsabile della crisi odierna in Palestina è il regime di occupazione e di apartheid israeliano con la costruzione di nuove colonie in Cisgiordania. Sembra che tutti si siano dimenticati della distruzione e l’occupazione delle case palestinesi da parte dei coloni, i pogrom degli stessi coloni in Cisgiordania protetti dall’esercito israeliano. Le incursioni di quest’ultimo nei campi profughi e l’uccisione indiscriminata di civili palestinesi.
Israele studia gli errori della Russia per la guerra, ma dov’è che cerchiamo la pace?
Ma torniamo alla strategia dio guerra. Hisham Ibrahim si trova in definitiva profondamente in disaccordo con alcuni analisti e affina la sua tecnica contro la resistenza Palestinese. Dalla sua tecnica vediamo che non si allinea a coloro che hanno dedotto dai fallimenti della Russia il carro armato era uno strumento obsoleto. Anzi, cita gli eventi del 7 ottobre come prova.
Migliaia di combattenti stavano caricando Israele attraverso le brecce lungo la recinzione di confine. Egli sostiene che in alcuni punti il piccolo numero di carri armati era (in quel momento) al confine:
Hisham Ibrahim (sui carri armati nel conflitto Israele – Palestina)
“l’unico livello di protezione rimasto
Con la maggior parte delle osservazioni e delle telecamere sul confine fuori uso, spesso i carri armati trasportavano gli unici sistemi di sorveglianza ancora operativi per trasmettere informazioni vitali.
Alla fine, il fallimento dell’IDF quella mattina è stato quello della valutazione dell’intelligence. Questa noncuranza ha portato alla mancanza di forze disponibili del confine. Ma pochi carri armati che erano lì sono arrivati ai kibbutz. Allora il generale Ibrahim insiste che
Hisham Ibrahim (sui carri armati nel conflitto Israele – Palestina):
“sono stati l’elemento chiave per ripristinare il controllo di quelle comunità e porre fine allo spargimento di sangue. Niente avrebbe potuto farlo come un carro armato”
Nel frattempo migliaia di persone stanno manifestando davanti al consolato di Israele a Istanbul a seguito del raid aereo che ha colpito l’ospedale al-Ahli di Gaza City, causando centinaia di morti. Hamas parla di 500 morti tra i civili e punta il dito contro i raid israeliani. Ma l’esercito israeliano ribalta le accuse: “E’ stato un missile della Jihad islamica caduto subito dopo il lancio”. Israele studia gli errori della Russia, ma gli orrori della guerra sembrano non interessare nessuno.
Concludendo:
Questa, come tutte le guerre, è una guerra sporca e strabordante di morte e crudeltà. Dopo aver analizzato le questioni storiche (nel mio articolo qui: Israele e Palestina oggi: capire velocemente cosa sta succedendo – Metropolitan Magazine) che stanno dietro al conflitto, cambiamo prospettiva. Questa è una ricapitolazione della strategia bellica finora adottata, sperando che invece ora si trovi un posto la pace: con strumenti come la diplomazia preventiva e la risoluzione pacifica delle controversie secondo il diritto internazionale. Come sostiene anche Dinamopress, l’invasione della striscia di Gaza da parte delle forze israeliane non è un impasse: è il via libera per la definitiva pulizia etnica dei territori occupati palestinesi. In tutto questo il sostegno internazionale a Netanyahu ci rende complici del genocidio preannunciato. Non c’è giustificazione per l’uccisione indiscriminata di civili e bambini in nessun caso e da parte di nessuno.
È necessario chiedere la cessazione dell’offensiva israeliana, la fine dell’occupazione israeliana e la fine dell’apartheid. Soprattutto è necessario costruire spazi di dibattito che prescindano la narrazione mainstream di polarizzazione tra Hamas/Governo israeliano, contestualizzando storicamente gli avvenimenti e promuovere risposte di pace. Inserendo tutto questo nella cornice di tutele del diritto internazionale.