Il ddl sullo ius soli, dopo essere approdato in Senato a giugno, si ferma. O meglio, rallenta. Per la sua approvazione prima dell’estate, per il premier Gentiloni, non ci sono le condizioni. Pesano, forse, le minacce all’esecutivo.

credits: Unita.tv

La battuta d’arresto dello ius soli

L‘iter del disegno di legge sullo ius soli, subisce una battuta d’arresto. A comunicarlo, ieri sera, il premier Paolo Gentiloni, con una nota:

 “Tenendo conto delle scadenze urgenti non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza, non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva”

La legge resta “necessaria” e “giusta” per il Pd e per il premier, che punta a farla approvare in autunno. Eppure non così necessaria se, invece di affrontare la prova della fiducia, esce del tutto dall’agenda estiva del governo.

Dunque se ne riparla a settembre, come per i debiti dei liceali. Se tutto va bene, ovviamente. 

Perché il rallentamento di venerdì scorso e la decisione maturata ieri sera, non fanno presagire nulla di buono. Sembrano un passo indietro timoroso dopo l’estenuante braccio di ferro di ieri all’interno del governo. E dopo la dura opposizione della destra, soprattutto di Matteo Salvini.

È chiaro e oggettivo che, con i centristi sul piede di guerra e la destra contro, il governo non solo rischia di non avere i numeri (e non li avrebbe), ma anche di essere sfiduciato (ovviamente se ponesse la fiducia).

Come accade spesso, però, la questione non sembra essere solo quella di cui si parla. Lo ius soli, e il disegno di legge che vorrebbe regolarlo in Italia, sembra essere diventato un modo per colpire il governo. Soprattutto in un momento così “caldo” sul fronte degli sbarchi. 

I pro e i contro lo ius soli

Dunque si frena sullo ius soli e si rallenta sull’approvazione del ddl.

I commenti a caldo e le reazioni politiche sono le più diverse, ma tutte coerenti.

Cantano vittoria Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il leader della Lega posta: “Prima vittoria della Lega (che più di tutti si è opposta in Parlamento), ma soprattutto vostra, che in Rete vi siete mobilitati a migliaia! Se ci riproveranno, ci ritroveranno pronti. Grazie e avanti così: stop invasione”.

Matteo Salvini credits: formiche.net

Renato Brunetta (Fi) parla di “sconfitta politica di Matteo Renzi”.

Parlano si scelta assennata e realista Angelino Alfano (Ap) e Paolo Romani, presidente dei senatori di Fi.

Roberto Speranza, coordinatore di Mdp, giudica il rinvio di una delle leggi su cui Pd e governo si sono spesi tanto, un errore. Le parole di Gentiloni, invece, non rappresentano per lui un “cedimento culturale alla propaganda della destra”.

Quello che sembra a noi che osserviamo da fuori il Parlamento, è che così si rischia di perdere di vista il vero obiettivo. Come ci ricorda Mario Calabresi su Repubblica.it, la questione sono “i diritti di bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri”. Un obiettivo già più volte mancato nel corso della Repubblica italiana. 

Speriamo che l’obiettivo sia centrato in autunno e che. almeno, se si dovesse decidere diversamente, sia per una valutazione su quei diritti. E non per alimentare le polemiche perenni tra le nostre forze politiche, in vista delle prossime elezioni.

Federica Macchia